Цели «Евразийского Движения»:
- спасти Россию-Евразию как полноценный геополитический субъект
- предотвратить исчезновение России-Евразии с исторической сцены под давлением внутренних и внешних угроз --
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Archivio de EURASIA a cura di Martino Conserva
original text
Petr Savickij
SVOLTA AD
ORIENTE
(Povorot k Vostoku,
1921)
Esiste qualcosa di comune
fra la situazione della Francia al tempo della Grande
Rivoluzione e quella della Russia negli anni
presenti.
Allora, come adesso, un paese
europeo reca la “parola nuova”. Questo paese, uscendo
nell’impeto rivoluzionario dai propri confini politici,
conquista quasi per intero l’Europa, ma la parte
restante di questa, unitasi in coalizione, riesce a
domarla.&
nbsp;
La Russia anteriore alla guerra e
alla rivoluzione “era uno stato civilizzato
contemporaneo di tipo ‘occidentale’, seppure, in
verità, il più indisciplinato fra tutti quelli
esistenti” (H.D. Wells). Ma nel corso della guerra e
della rivoluzione, la “natura europea” della Russia è
venuta meno, come una maschera cade dal volto. Ed
abbiamo visto l’immagine della Russia, non più celata
dalla stoffa degli ornamenti storici – abbiamo visto la
Russia bifronte... Con una faccia essa è rivolta verso
l’Europa; come la Francia nel 1793, essa porta
all’Europa la “parola nuova” – e stavolta la parola
nuova è quella della “rivoluzione proletaria”, del
comunismo realizzato.
Ma con l’altra essa ha distolto
il volto dall’Europa... (Wells, in proposito, racconta
che “Gorkij è oppresso, come da un incubo, dal timore di
fronte ad una svolta della Russia verso Oriente”. Ma la
Russia stessa non è già forse “Oriente”?...)
Non si trovano forse in Russia
molte persone nelle cui vene scorre sangue khazaro o
polovesiano, tataro o bashkiro, mordvino o ciuvasco?
Sono forse molti i russi interamente estranei
all’impronta dello spirito orientale – alla sua mistica,
in fin dei conti alla sua accidia contemplativa? Fra le
masse della gente semplice russa è evidente una certa
inclinazione verso le masse semplici dell’Oriente, e
l’organica fraternizzazione dell’ortodosso con il nomade
o il paria dell’Asia. La Russia in verità
costituisce un paese ortodosso-musulmano,
ortodosso-buddhista.
I bolscevichi decretarono la
persecuzione contro gli ortodossi e la profanazione di
ogni fede. E’ così. Ma con estrema chiarezza –
accentuata da tutta la forza del contrasto – è emerso lo
stato d’animo religioso diffuso fra quelle masse russe e
non russe, sospinto e animato dal bolscevismo.
La profanazione bolscevica o
l’indifferenza bolscevica verso la fede contribuiscono
alla comprensione della Russia tanto poco quanto la
politica bolscevica traduce in pratica le ampollose
enunciazioni di Marx.
Proprio perché la Russia non è
soltanto “Occidente”, ma anche “Oriente”, non soltanto
“Europa”, ma anche “Asia”, e persino niente affatto
Europa, ma “Eurasia” – proprio per questo a quella
natura (sostanza) storica, che era rimasta fra parentesi
nella Grande Rivoluzione Francese, si associa la
Rivoluzione Russa. Quella francese fu una rivoluzione in
un paese con una popolazione di 25 milioni di abitanti
ed un’estensione di 540mila kmq. La rivoluzione russa
ebbe luogo in un paese dove vive una popolazione di 150
milioni di abitanti in 20 milioni di kmq. La Francia è
una parte dell’Europa. La Russia costituisce già un
“continente a sé”, nel senso preciso di comparabile, per
la sua importanza, all’Europa.
Agli alleati del 1814-1815 fu
sufficiente la forza per domare ed occupare la Francia.
Quale dovrebbe mai essere la nuova coalizione capace di
domare e occupare la Russia?...
....Fra enormi sofferenze e
privazioni, in mezzo alla carestia, nel sangue e nel
sudore, la Russia ha preso su di sé il peso della
ricerca della verità in tutto e per tutto. La Russia è
nella colpa e nell’ateismo, nell’abominio e nella
sporcizia. Ma la Russia è nella ricerca e nella
battaglia, alla punizione della città straniera...
Il pathos della storia non riposa presso colui che è
tranquillo nella conoscenza della verità,
autocompiaciuto e sazio. Le lingue di fuoco
dell’ispirazione discendono soltanto sugli spiriti
inquieti: allora sono le ali dell’Angelo del Signore a
scuotere l’acqua del fonte battesimale.
Dunque, la Russia non fa più
parte delle civiltà ben ordinate del mondo. E in questa
assenza sta in cambiamento. Giacché, nella sua personale
maniera di “non essere”, la Russia si fa punto di
concentramento ideologico del mondo.
Tradotto nel linguaggio della
realtà, ciò significa che nell’arena della storia
mondiale ha fatto la sua comparsa un nuovo mondo
culturale e geografico. L’intenso sguardo rivolto
all’avvenire: non si allontana forse verso l’Oriente la
dea della Civiltà, la cui tenda per tanti secoli è stata
piantata fra le valli e le colline dell’Occidente
Europeo?... non va forse verso coloro che sopportano la
carestia, il gelo e la sofferenza?...
Abbiamo la facoltà del
presentimento... E in questo presentimento è possibile
trovare l’origine di quella specie particolare di
autocompiacimento, l'autocompiacimento di chi è
sofferente... Ma abbandonarsi all’autocompiacimento
significa perire. E’ impossibile tenere segreto ciò che
si ritiene la verità. Ma è impossibile acquietarsi nel
presentimento. L’ineluttabile non esiste. Esiste la
possibilità. Solo nella via dell’intensa creazione,
senza paura di confessarsi in errore e riconoscersi
nella debolezza – solo al prezzo di uno sforzo
incessante, la possibilità assurge ad attualità.
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