Цели «Евразийского Движения»:
- спасти Россию-Евразию как полноценный геополитический субъект
- предотвратить исчезновение России-Евразии с исторической сцены под давлением внутренних и внешних угроз --
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Testi | Manifesto del movimento eurasista | 01.01.2001
Archivio de EURASIA a cura di Martino Conserva
original text
L’EURASIA PRIMA DI
TUTTO
Manifesto del movimento
eurasista
La crisi di idee nella Russia
contemporanea
Nella nostra
società russa* - particolarmente nella sfera sociale e
politica – in questo principio del nuovo millennio si
avverte una dolorosa carenza di idee. La maggioranza
delle persone – inclusi amministratori, politici,
scienziati, lavoratori – vengono guidate, nella vita
come nelle scelte sociali, da un insieme di fattori
temporanei, preoccupazioni casuali, richiami transitori
ed effimeri. Stiamo rapidamente perdendo qualsiasi
rappresentazione generale del senso della vita, della
logica della storia, dei problemi dell’uomo, del destino
del mondo. La scelta esistenziale e sociale è stata
sostituita dall’advertising aggressivo.
In luogo
di una sensata ed esauriente ideologia politica troviamo
una efficiente (o inefficiente) attività di PR. L’esito
della battaglia di idee è definito dal volume di
investimenti in entertainment shows. Drammatici
scontri fra popoli, culture e religioni sono trasformati
in spettacoli ispirati da corporations
transnazionali e holding petrolifere. Sangue,
vita, spirito umano divengono astrazioni statistiche,
spese di consumo, nel migliore dei casi demagogiche
figure di discorso all’interno di dolciastre ed ambigue
lamentele umanitarie, dietro cui si cela un doppio metro
di valore. Al posto
dell’uniformità totalitaria, l’indifferenza totalitaria.
La maggioranza dei partiti politici e dei movimenti
sociali persegue fini puramente tattici. Mai,
concretamente, è dato di incontrare un’ideologia
esplicita e conseguente, capace di strappare gli uomini
da uno stato di sonnacchiosa indifferenza, di restituire
pienezza alla vita.
L’americanizzazione e la necessità di
un’alternativa
La più rigorosa – ed al
tempo stesso la più dannosa – concezione progettuale del
mondo è formulata dai liberali coerenti. Queste forze,
geopoliticamente orientate verso gli USA e l’Occidente,
prendono ad esempio da copiare la politica, l’economia,
il tipo di società, la cultura e la civilizzazione
Americane. Questo campo ha una sua dignità - il suo
progetto è logico e coerente, teoria e pratica vi si
trovano legate. Ma fatto sta che altrettanto logici sono
malessere mondiale, morte, divisione, separazione e
distruzione dell’unità organica. I liberali pronunciano
un “sì” deciso a quel “mondo unico”, confuso, futile,
individualista, oligarchico, privo di qualsiasi punto di
orientamento morale, spirituale e tradizionale, che si
sforzano di creare su scala planetaria gli USA,
superpotenza mondiale, intendendo la superiorità
tecnologica ed economica come un mandato di egemonia
privata su scala planetaria. E’ evidente che
l’americanizzazione della Russia, del mondo intero, la
servile obbedienza verso il nuovo gendarme mondiale –
gendarme dello spettacolo – non piace a molti. Ma ciò si
manifesta più sovente in maniera soltanto emotiva,
episodica, incoerente. Uomini e interi movimenti
politico-sociali si accontentano inerzialmente del
vecchio, dei residui di quanto è appartenuto ad altre
epoche, più nobili ed armoniose, di quanto è almeno in
qualche misura migliore dello tsunami atlantico che
trascina i resti della nostra propria civiltà russa.
L’ostilità all’American way of life, al famoso
“nuovo ordine mondiale” è una qualità integralmente
positiva, che va salutata con favore dovunque la si
incontri. Ma non è sufficiente. Serve un attivo
contro-progetto, un’alternativa realistica, concreta e
capiente. Le condizioni di questo inizio di millennio
sono radicalmente nuove. E coloro che aspirano ad un
nuovo futuro, invece di quel caos controllato e
disintegrazione al neon che l’America ci impone, costoro
sono obbligati non soltanto a dire “no”, ma anche a
formulare, proporre, dimostrare e difendere un diverso,
nostro proprio Piano di civiltà. La più
vasta, la più generale visione del mondo in grado di
offrire una tale alternativa all’egemonia Americana, al
mondo unipolare, al trionfo dell’Occidente, è
l’Eurasismo.
I padri fondatori dell’Eurasismo
Storicamente l’Eurasismo è esistito per vent’anni come
tentativo di interpretare la logica dello sviluppo
politico-sociale, culturale e geografico della Russia
come un processo uniforme e sostanzialmente continuo,
dalla Rus’ di Kiev fino all’URSS. Gli eurasisti hanno
individuato nella dialettica del destino nazionale del
popolo russo e dello Stato russo una missione storica
unitaria, differentemente espressasi nelle differenti
fasi. La principale tesi dei primi
eurasisti (il conte N.S. Trubetskoj, P. Savitskij)
suonava così: “L’Occidente contro l’umanità”, i popoli
del mondo, la fiorente complessità di culture e civiltà
contro l’unitario, totalitario modello occidentale,
contro il dominio economico, politico e culturale
dell’Occidente. La Russia (tanto antica, quanto
ortodosso-monarchica, quanto sovietica) vide negli
eurasisti una roccaforte ed un’avanguardia di questo
processo mondiale, come una cittadella di libertà contro
l’unidimensionale egemonia sull’umanità di
un’escrescenza irreligiosa, secolarizzata, pragmatica ed
egoista – la civilizzazione occidentale, rivendicante la
propria supremazia, la propria dominazione materiale e
spirituale. Su questa base gli eurasisti accettarono
l’URSS come una nuova – paradossale – forma di
quell’originale percorso della Russia. Disapprovando
l’ateismo ed il materialismo culturale, essi riconobbero
al di là della facciata esterna del comunismo gli
arcaici caratteri nazionali, dietro alla Russia
Sovietica la legittima eredità geopolitica della
missione russa. Patrioti convinti
e coerenti, gli eurasisti giunsero ad una conclusione
riguardo all’inadeguatezza delle forme tradizionali in
cui era stata rivestita l’Idea Nazionale negli ultimi
secoli. Il motto dei Romanov – “Ortodossia, Autocrazia,
Nazionalità” – era soltanto una facciata conservatrice
che celava contenuti ben moderni, fondamentalmente
copiati dall’Europa. Il patriottismo sovietico esprimeva
l’idea nazionale in termini classisti, che né coglievano
l’essenza del problema di civiltà, né riconoscevano
precisamente il significato della missione storica della
Russia. Il nazionalismo laico dei Romanov era solo
formale, ad imitazione dei regimi europei. Il
patriottismo sovietico ignorava l’elemento nazionale,
spezzava i legami con la tradizione, spazzava via la
Fede dei padri. Era indispensabile un
nuovo, sintetico approccio. Anche questo venne
sviluppato nell’ambito della filosofia eurasista, del
movimento politico e sociale degli eurasisti. I padri
fondatori dell’Eurasismo per la prima volta espressero
la più alta valutazione della natura pluri-nazionale
(imperiale) dello Stato Russo. Particolare attenzione
dedicarono al fattore Turco. Il ruolo dell’eredità di
Gengis Khan, depositario della statualità Tatara,
assimilata da Mosca nel XVI secolo, fu visto da essi
come la svolta decisiva della Russia verso l’Oriente, le
sue origini, i suoi valori. Nella leggenda ortodossa
proprio questa epoca è legata alla Sacra Rus’, alla
trasformazione di Mosca in Terza Roma (dopo la caduta di
Zargrad e la fine dell’Impero Bizantino). La missione
della Sacra Rus’ si espresse nell’autoaffermazione di
una propria cultura eurasiatica, di un sistema sociale
originale, distinto nei suoi parametri fondamentali dal
percorso seguito dai paesi dell’Occidente cattolico e
protestante. La Russia fu
concepita dagli eurasisti come avanguardia dell’Oriente
contro l’Occidente, come linea di difesa avanzata della
società tradizionale contro la società moderna,
secolare, ordinaria, razionalizzata. Ma nella secolare
lotta per la preservazione del proprio “io” culturale la
Russia, a differenza di molte società orientali, acquisì
esperienza diretta dell’Occidente, adottò le tecniche da
questo applicate, prese a prestito determinate
tecnologie – ma ogni volta al solo fine di opporre
all’Occidente le sue stesse armi. In termini moderni,
ciò è detto “modernizzazione senza occidentalizzazione”.
Pertanto la Russia poté tenere testa alla pressione
dell’Occidente più a lungo di altre società
tradizionali. Da qui gli
eurasisti trassero una importante conclusione: la Russia
necessita non solo di un ritorno alle radici, ma della
combinazione di un inizio conservatore con uno
rivoluzionario. La Russia deve attivamente
modernizzarsi, svilupparsi, aprirsi in parte al mondo
circostante, ma preservando rigorosamente e rafforzando
la propria identità. Per questo vennero definiti da
qualcuno come “ortodossi bolscevichi”. Ahimè
– questo notevole movimento non è stato storicamente
apprezzato nella misura dovuta. Lo straordinario
successo dell’ideologia marxista rese la raffinata
visione del mondo conservatrice-rivoluzionaria degli
eurasisti inefficace, superflua. Alla fine degli anni
’30 l’impulso originario del movimento eurasista, in
Russia come negli ambienti dell’emigrazione Bianca, era
definitivamente svanito. La
staffetta del pensiero eurasista passò da allora nelle
mani non tanto di politici ed ideologi, quanto di
scienziati (primo fra tutti il grande storico russo Lev
Gumilev).
Neo-eurasismo
I
drammatici eventi degli ultimi decenni in Russia e in
tutto il mondo hanno reso nuovamente attuali ed
essenziali le idee eurasiste. L’Occidente ha tenuto
testa al suo più serio avversario a livello di civiltà –
l’URSS. L’ideologia marxista ha improvvisamente perduto
il suo fascino. Ma una nuova alternativa generale
all’occidentalismo e al liberalismo (incarnati oggi come
nel punto più alto del loro sviluppo dagli USA e dalla
civilizzazione americana – che incomincia ad essere
sempre meno tollerata persino dagli Europei, ascendenti
del mostro mondiale) non è ancora apparsa.
Né poteva comunque apparire.
I frammenti separati – il nazionalismo
pre-rivoluzionario, il sovietismo inerziale, o le
stravaganti fantasie dell’ecologismo e del sinistrismo –
non potevano costituire un fronte unito. Mancava la base
di una comune visione del mondo, di un comune
denominatore. L’occasionale ravvicinamento delle
posizioni degli oppositori al globalismo e
all’americanizzazione non ha dato luogo ad una vera
sintesi di concezione del mondo. In
questo momento, le menti più attente, i cuori più puri e
gli spiriti più accesi si sono anch’essi convertiti
all’eredità eurasista. In esso hanno colto quella fonte
di salvezza, il germe di quella dottrina che idealmente
rispondeva alle esigenze del momento storico.
Il Neo-eurasismo incominciò a
costituirsi come corrente sociale, filosofica,
scientifica, geopolitica e culturale dalla fine degli
anni ’80.Allontanandosi dall’eredità degli Eurasisti
russi degli anni ’20 e ’30, fatta propria l’esperienza
spirituale della tradizione degli staroobrjadtsi
dell’Ortodossia Russa, arricchiti dalla critica sociale
di populisti e socialisti russi, reinterpretate in
maniera originale le conquiste della fase Sovietica
della storia patria, ed al tempo stesso padroneggiando
la filosofia del tradizionalismo e della rivoluzione
conservatrice, la metodologia geopolitica e le originali
dottrine rivoluzionarie della “nuova sinistra” (cioè di
quelle correnti intellettuali sviluppatesi in Occidente,
ma dirette contro la logica dominante del suo sviluppo),
il Neo-eurasismo è diventato la più seria piattaforma di
una visione del mondo nella società russa contemporanea,
prendendo forma di compiuta scuola scientifica, di
sistema di iniziative sociali e culturali.
Il Neo-eurasismo ha posto le basi della
moderna geopolitica russa, ha acquisito un forte
potenziale di sostenitori fra i quadri delle strutture
governative, nei ministeri e negli uffici legati al
settore militare, i quali fondano sulla geopolitica
eurasista molti seri progetti operativi internazionali,
militari ed economici.
Il Neo-eurasismo ha influenzato la
politologia, sociologia e filosofia russa contemporanea.
Il Neo-eurasismo è gradualmente divenuto
un potente strumento concettuale dei monopoli statali
russi, bisognosi di un modello strategico per lo
sviluppo di una strategia a lungo termine per la loro
attività in campo macroeconomico, una strategia
dipendente non da processi politici temporanei, ma da
costanti storiche, geografiche e di civiltà.
Il Neo-eurasismo ha posto le basi di un
intero ventaglio di correnti d'avanguardia nella cultura
giovanile, ha offerto un impulso vivificante allo
sviluppo creativo, appassionato di una intera direzione
artistica.
Il Neo-eurasismo
ha avuto un poderoso influsso sui partiti politici e sui
movimenti della Russia contemporanea: elementi presi a
prestito dall’arsenale ideologico neo-eurasista sono
rintracciabili nei documenti programmatici di “Unità”,
del KPFR [Partito Comunista], di OVR [Otetchestvo-Vse
Rossikja], del LDPR [Partito Liberal-democratico], del
movimento “Russia” e di un insieme di altri movimenti e
partiti minori. Questi elementi restano tuttavia
frammentari, mescolati ad altri eterogenei e persino
contraddittori (tutto ciò fa dei grandi partiti russi
delle formazioni più che altro di natura tattica,
de-ideologizzate, create per la soluzione di problemi
politici locale ed a breve termine).
Il nuovo soggetto politico e
sociale
E’ giunto il momento di
compiere il passo successivo, di dotare l’Eurasismo di
una concreta dimensione politica e sociale. L’ideologia
neo-eurasista ha gradualmente superato il livello della
pura elaborazione teorica. Il nuovo governo russo è
seriamente impegnato nella soluzione dei problemi
strategici che il paese ha di fronte, ed ovviamente non
è soddisfatto delle ricette primitive e distruttive
imposte dall’Occidente e dai portatori dell’influsso
occidentale in Russia: necessita di una visione del
mondo e di sostegno sociale e politico. Il potere
attuale, la sua specificità, la sua immagine sociale
divergono considerevolmente sia dal periodo
post-sovietico, sia dai tempi di acritica passione per
il liberalismo sfrenato. Una nuova visione del mondo
statuale, un nuovo modello patriottico di “correttezza
politica” sono maturati. Di ciò testimonia l’insistente
ricerca di un’Idea Nazionale in cui è oggi impegnato il
potere. Se il consueto sistema
politico è atto alla soluzione di problemi temporanei
(benché noi lo consideriamo inadeguato anche sotto il
profilo strettamente pragmatico), in una prospettiva di
medio periodo (per non parlare di una visione strategica
a lungo termine) esso non ha alcuna possibilità, ed
esige una radicale riforma. L’attuale sistema si è
formato durante il processo di demolizione del modello
Sovietico e di sua sostituzione con una formazione
liberal-democratica di stampo occidentale. Ma oggi né il
primo né la seconda sono accettabili per la Russia. Ed
inoltre, esso è inadeguato a fronte della difficilissima
situazione che il paese si trova a dover affrontare –
conseguenza delle precedenti politiche da operetta. Ciò
di cui abbiamo bisogno sono partiti e movimenti basati
su una visione del mondo, riflesso degli interessi di
concreti strati della popolazione, radicati nel popolo,
capaci di educarlo, guidarlo e difenderlo, anziché
sfruttare la fiducia (e l’ingenuità) delle masse a
beneficio di interessi privati o di ristretti gruppi.
Tutte le condizioni sono mature per
l’apparizione di un rigoroso movimento Eurasista nella
nuova Russia. E coloro che furono alle
origini del Neo-eurasismo, che formarono le premesse
teoriche e i fondamenti della geopolitica russa, della
filosofia eurasista, della politologia e sociologia
conservatrice-rivoluzionaria, coloro che hanno lottato
per anni per l’ideale dell’Eurasia, per la rinascita del
popolo russo e della nostra Grande potenza – costoro
hanno preso la decisione di formare il nuovo movimento
sociale e politico “EURASIA”.
Chi saranno i membri del movimento
“Eurasia”?
A chi è rivolto
l’appello ad aderire ed appoggiare il nostro movimento?
Ad ogni Russo, istruito o meno, all’influente e
all’ultimo dei diseredati, all’operaio e al dirigente,
al bisognoso e al benestante, al Russo e al tataro,
all’ortodosso e all’ebreo, al conservatore e al
modernista, allo studente e al tutore dell’ordine, al
soldato e al tessitore, al governatore al musicista
rock. Ma solo a colui che ama la
Russia, che non sa concepire se stesso senza di essa,
che ha compreso la necessità del severo sforzo a tutti
noi richiesto affinché il nostro paese ed il nostro
popolo conservi il suo posto sulla mappa del nuovo
millennio (da cui continuamente cercano di cancellarci);
a colui che vuole, appassionatamente vuole che noi tutti
alla fine torniamo ad erigerci in una grande potenza,
che sradichiamo dal nostro comune organismo tutte le
escrescenze parassitarie, che strappiamo il velo di
nebbia dalle nostre menti, che affermiamo al di sopra
del paese, del continente, del mondo i nostri solari
ideali Russi – ideali di Libertà, Equità, Fedeltà alle
Origini.
Centro radicale
Il movimento “Eurasia” è fondato sui principi del centro
radicale. Non siamo né di destra né di sinistra, non
siamo servilmente obbedienti verso l’autorità, ma
neppure oppositori a tutti i costi, che abbaiano con e
senza ragione. Ci rendiamo conto che l’odierna autorità
in Russia, il Presidente Vladimir Vladimirovic Putin
necessita di aiuto, sostegno, solidarietà, coesione. Ma,
al tempo stesso, la cieca sottomissione ai capi,
l'acritica connivenza con il potere, solo in quanto si
tratta del potere, sono oggi altrettanto (se non più)
perniciose dell'aperta ribellione. Noi siamo centristi
nella misura stessa in cui il Presidente e il potere
agiscono per il bene del popolo. E non in modo
populista, transitorio, ma in una prospettiva di medio e
lungo termine. E qui noi siamo con il Presidente con
fervore, radicalmente, fino in fondo, senza badare alle
piccole imperfezioni, accettando gli inconvenienti e le
difficoltà che sorgeranno dal momento che la Russia si
impegnerà seriamente al fine di salvare se stessa ed il
resto del mondo dalla tremenda minaccia che proviene da
Occidente. Nulla potrebbe essere più centrista del
nostro incondizionato e totale appoggio alla costruzione
patriottica della potenza da parte delle autorità (anche
nei suoi atti più impopolari). Così i nostri
predecessori, gli eurasisti, appoggiarono l'odiato
regime, fondamentalista ortodosso prima, marxista poi,
in quanto esso si opponeva all'Occidente – il peggiore
dei mali. Ma il nostro centrismo radicale non è passivo.
Comprendiamo perfettamente che l'attuale potere in
Russia, secondo la logica delle cose, non possiede (e
non può possedere) una chiara rappresentazione dei
fondamentali scopi strategici, del drammatico problema
filosofico e spirituale che il nuovo millennio reca –
terribile, pericoloso, minaccioso, complesso, incompreso
in secoli di sanguinose battaglie e crudeli sofferenze…
In questo senso il potere è oggi smarrito e necessità di
aiuto, punti di riferimento, orientamenti, specificare i
quali è compito del popolo, della sua componente più
attiva, volonterosa, intelligente e patriottica (e
questa deve riunirsi nel nostro movimento, divenendone
il nucleo). Qui i ruoli cambiano, ed
ora spetta al potere ascoltare la voce dell'Eurasia.
Questa voce non è il servile «cosa desiderate?» dei
partiti condiscendenti ed artificiali, adatti per le
poltrone e gli schermi televisivi. E' il possente
radicale appello della terra, la voce delle generazioni,
ruggito profondo del nostro spirito e del nostro sangue.
Priorità del movimento
“Eurasia”
Il nostro movimento estende i
suoi principi ad ogni settore della vita.
Nella sfera religiosa esso significa
dialogo costruttivo e solidale fra le fedi tradizionali
per la Russia – Ortodossia, Islam, Ebraismo, Buddhismo.
I rami eurasiatici delle religioni mondiali presentano
molte differenze rispetto alle forme che hanno messo
radici in altre regioni del mondo. Esiste uno stile
comune nella visione spirituale eurasista, il che, in
ogni caso, non elimina in alcun modo differenze ed
originalità di dogmi. Questa è la seria e positiva base
per il riavvicinamento, il mutuo rispetto e la reciproca
comprensione. Grazie all’approccio eurasista alle
questioni religiose, molte frizioni inter-confessionali
potranno essere superate o accomodate.
Nella sfera della politica estera
l’Eurasismo comporta un vasto processo di integrazione
strategica. La ricostruzione sulla base della CSI
[Comunità degli Stati Indipendenti] di una solidale
Unione Eurasiatica (analogo dell’URSS su nuove basi
ideologiche, economiche ed amministrative).
L’integrazione strategica degli spazi
interni della CSI dovrebbe gradualmente estendersi ad
aree maggiori – ai paesi dell’asse
Mosca-Teheran-Delhi-Pechino. Una politica eurasista è
richiesta per aprire alla Russia uno sbocco sui mari
caldi, non per mezzo di guerre e sofferenze, ma per
mezzo della pace e dell’aperta amichevole cooperazione.
Una politica eurasista in campo
occidentale comporta relazioni prioritarie con i paesi
dell’Europa. L’Europa contemporanea – a differenza
dell’epoca in cui operarono i padri fondatori
dell’Eurasismo – non rappresenta più la fonte dei “mali
del mondo”. Il rapido succedersi degli eventi politici
del XX secolo ha contribuito a spostare questo dubbio
primato ancor più verso Occidente – nel Nordamerica,
negli USA. Quindi nella fase attuale la Russia può
trovare in Europa partner strategici interessati alla
rinascita della sua precedente potenza politica. La
Russia eurasista dovrebbe svolgere il ruolo di
liberatore dell’Europa, ma stavolta dall’occupazione
politica, economica e culturale americana.
La politica eurasista della Russia è
orientata alla cooperazione attiva con i paesi della
regione del Pacifico, anzitutto con il Giappone. I
colossi economici di questa zona dovrebbero vedere nelle
politiche eurasiste della Russia un punto di riferimento
per un sistema politico autosufficiente e per un
potenziale strategico di risorse e nuovi mercati.
A livello planetario l’Eurasismo si
esprime in opposizione attiva ed universale alla
globalizzazione, al pari del “movimento
anti-globalismo”. L’Eurasismo difende la complessa
fioritura di popoli, religioni e nazioni. Tutte le
tendenze anti-globaliste sono a priori “eurasiste”.
Siamo coerenti sostenitori del
“federalismo eurasista”. Ciò significa la combinazione
di unità strategica ed autonomia etno-culturale (in
certi casi economica). Differenti stili di vita a
livello locale in combinazione con un rigido centralismo
negli aspetti fondamentali, connessi agli interessi
dello Stato.
Dovremmo far
rivivere le tradizioni del popolo russo, contribuire
alla ripresa della crescita demografica russa. E
soprattutto, ridestare nel popolo la spiritualità
organica insita in esso, la morale, gli elevati ideali,
il vivo e fervente patriottismo. Senza un prioritario
risveglio della nazione russa, il progetto eurasista non
ha possibilità di diventare realtà. La comprensione di
questo fatto è la base della nostra visione del mondo.
Eurasismo nella sfera sociale significa
la priorità del principio pubblico sull’individuale, la
subordinazione dei modelli economici ai problemi sociali
e strategici. L’intera storia economia dell’Eurasia
dimostra che lo sviluppo dei meccanismi economici
avviene qui secondo una logica alternativa rispetto al
modello liberal-capitalista, individualista di beneficio
personale sviluppatosi in Occidente sulla base
dell’etica Protestante. La logica liberale della
gestione economica è aliena all’Eurasia, e nonostante
sforzi enormi non vi è modo di cancellare questo tratto
profondamente radicato del nostro popolo. Il principio
collettivo, comunitario di governo dell’economia,
l’apporto del criterio di “equità” nel processo di
distribuzione, rappresentano un carattere costante della
nostra storia economica. L’Eurasismo insiste sul computo
e sulla valutazione positiva di questa circostanza, e su
questa base privilegia i modelli economici ad
orientamento sociale.
L’Eurasismo comporta la positiva
rivalutazione dell'arcaico, dell'antico. Esso si
rapporta con devozione al passato, al mondo della
Tradizione. Lo sviluppo dei processi culturali è visto
dall'Eurasismo con nuovo riferimento all'arcaico,
all'inserimento di motivi culturali originari nel
tessuto di forme moderne. La priorità in questo campo è
restituita ai motivi nazionali, alle fonti della
creatività nazionale, alla continuazione e restaurazione
delle tradizioni.
In quanto visione del mondo nuova e
fresca, appena espressasi in forma compiuta, l’Eurasismo
si rivolge anzitutto ai giovani, a coloro la cui
coscienza non è ancora rovinata dal caotico oscillare da
un modello ideologico inadeguato ad un altro ancor meno
adeguato. L’ideale eurasista è l’uomo forte,
appassionato, entusiasta, sano e bello (e non il
bastardo zeppo di cocaina delle discoteche mondialiste,
il gangster da strapazzo o la puttanella in vendita).
Siamo in condizione di offrire valori positivi, diversi,
invece del culto del brutto e della patologia, invece
del cinismo e del servilismo di fronte ai surrogati
dello spettacolo mondiale. Non permetteremo che i nostri
figli siano uccisi, violentati, degradati, corrotti,
venduti o incatenati ad una siringa. Il nostro ideale è
una festa di salute fisica e spirituale, forza e valore,
fede ed onore.
Il movimento “Eurasia” può divenire una
realtà solo se molti si raccoglieranno attorno ad esso.
Molto può essere fatto anche da un singolo uomo, ma la
poesia, come disse Lautréamont, riguarda tutti!
A maggior ragione, l'Eurasia riguarda
tutti! Ora tutto dipende dai nostri
sforzi. Nessuno promette soltanto vittorie, aumento del
benessere o azioni dell'industria
dell'entertainment. Avanti stanno giorni di duro
lavoro, spesso invisibile dall'esterno.
Avanti stanno difficoltà e battaglie, perdite e fatiche,
ma anche il piacere e il Grande Fine!
A.G.
Dugin
1° Gennaio 2001
Телепартия
Александр Дугин: Постфилософия - новая книга Апокалипсиса, Russia.ru
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Гозман vs.Коровин: США проигрывают России в информационной войне. РСН
Александр Дугин: Русский проект для Грузии. Russia.Ru
4 ноября: Правый марш на Чистых прудах. Канал "Россия 24"