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Testi | Programma del movimento Eurasia |Parte 1| 01.01.2001
Archivio de EURASIA a cura di Martino Conserva
original text
Programma del Movimento Politico-sociale EURASIALa Russia è giunta ad un’importante soglia storica. E’ necessario gettare uno sguardo sulla via percorsa, comprendere il suo posto nel mondo attuale, segnare il cammino futuro.Nuove sfide, nuovi punti di riferimento strategici, nuovi fini della Russia La Russia si trova di fronte ad un
insieme di nuove sfide della storia. Oggi coma mai prima
d’ora è necessario affermare in forma nuova priorità,
fini e costanti del percorso storico della Russia e
correlarli con i tratti di quel nuovo mondo in cui ci
troveremo a vivere nel prossimo millennio. Tradizioni. Fondamentali direttrici di sviluppo della Russia in quanto Stato, popolo, società Rivolgendoci al futuro, dobbiamo dare una ponderata valutazione del nostro passato. Questo passato più di una volta nel corso della storia russa è stato riscritto a vantaggio di questo o quel gruppo ideologico dirigente. Oggi, nel lasciarci alle spalle l’era delle ideologie, abbiamo il dovere di tracciare un bilancio - per quanto possibile obiettivo ed imparziale, al di sopra delle preferenze ideologiche - di tutto il nostro percorso storico, sottolineando ciò che è più importante e tralasciando i dettagli. Questa libertà da dogmi intoccabili e cliché forzati è forse la più positiva conquista della giovane democrazia russa. La scelta Eurasista Non vi è dubbio che la Russia possiede
un suo proprio percorso. Le sue forme esteriori variano
continuamente, talvolta con drammatici rovesciamenti. Ma
in ogni epoca una linea comune è tracciata – la
direttrice eurasiatica, la sostanza eurasiatica della
storia russa. Molto del nostro passato, presente e
futuro può essere posto in questione. Ma l’Idea
Eurasista non è soggetta a dubbio. La Russia è Eurasia,
e questo predetermina la sua vita geografica, culturale,
strategica, economica e di civiltà. Affermazione di una speciale missione civilizzatrice L’identità eurasiatica della Russia
costituisce la sostanza della nostra missione storica.
La Russia ha una propria rappresentazione della logica
della storia, della Verità del mondo. Cercare questa
Verità ed affermarla è il contenuto dell’esistenza
storica nazionale. Questa Verità, la fedeltà alla quale
fu difesa dai nostri antenati, da molte generazioni del
popolo russo, da cittadini russi, che hanno offerto la
propria vita sull’altare della Patria. La difesa di
questa missione è nostro dovere anche in futuro. E’ il
nostro testamento storico. La Russia ha solo un futuro eurasista Il nostro futuro deve essere pianificato e
costruito in rapporto ai punti di riferimento generali
della nostra storia. Ogni tentativo di deviare da questa
via, di respingerne la predestinazione comporta la
cessazione della nostra esistenza storica. La Russia ha
o un futuro eurasista, o nessuno. Siamo per l’idealismo (culto della verità) Le forme culturali della vita nazionale variano nei secoli. Ma l’idea di una società Buona e Giusta si è sempre conservata nei secoli come una costante. Carattere culturale dei russi è tradizionalmente l’aspirazione ad elevati ideali e una sorta di disprezzo per la sfera dei beni materiali. Un accentuato sentimento idealista ed una visione universale possono essere individuati nelle più diverse fasi della storia russa. L’ideale del sacrificio è stato inizialmente inteso in termini cristiani, quale particolare debito dei Russi verso la Tradizione Cristiana affidatagli. Nel periodo Sovietico il medesimo idealismo russo venne inteso in senso secolarizzato, in quanto etica dell’eroismo al servizio dei principi della giustizia sociale e dell’uguaglianza universale. E’ tipico il fatto che i conflitti fondamentali della storia russa non si siano sviluppati fra i sostenitori di sistemi idealisti e i pragmatici, ma quasi esclusivamente fra due campi idealisti, in vario modo e con varia intensità difensori di modelli idealistici, talora perfino utopistici, differentemente espressi e formulati. Lo stile culturale dei Russi attraversi l’intero corso della loro storia è caratterizzato da un ripensamento dinamico in chiave nazionale di elementi presi a prestito da diversi contesti culturali, dalla loro elaborazione creativa ed originale, dal loro abile inserimento entro un particolare contesto specificamente russo. La libertà nel creativo adattamento ed assimilazione di scale di valori, dottrine e simboli presi a prestito altrove rivela l’apertura dei Russi verso la varietà etnica che li circonda. Viceversa, la fedeltà alla propria origine nazionale, che ridà a quanto viene preso in prestito la forma irripetibile ed unica di un prodotto tipicamente russo, dimostra la costanza del tipo culturale, la sua specificità nazionale e stabilità. La nostra conformazione idealista implica che
l’insieme dei nostri ideali è anche l’insieme dei nostri
fini. Il nostro ideale di autocoscienza - Siamo un popolo speciale, un mondo speciale, una formazione geopolitica speciale In quanto comunità storica (popolo), in quanto organismo economico e sociale unico, in quanto speciale formazione geopolitica, rappresentiamo un sistema completo ed autosufficiente che è entrato nel generale equilibrio planetario di civiltà, culture, popoli, religioni e stati. Affermare e preservare la nostra variegata originalità costituisce il nostro principale compito. - Siamo contrari a ripetere gli errori Siamo semplicemente obbligati a non ritentare gli errori sanguinosi dei nostri antenati, portando nel nuovo millennio tutto il meglio della nostra storia nazionale. Nelle nuove condizioni, il limite agli errori grossolani e al brusco distacco dal nostro destino è stato raggiunto. La fatalità di certi errori ripetutamente commessi dai nostri antenati è divenuta evidente. Nostro compito è evitare di ripetere almeno i più grossolani fra quelli. Dobbiamo accettare il nostro destino, realizzarlo ed affermare trionfalmente di fronte al mondo la VERITÀ RUSSA. - Siamo per la successione La successione, il tramandarsi di
politiche e strategie civilizzatrici distingue i popoli
saggi da quelli insensati, gli stati maturi da quelli
votati all’avventura. Le più varie classificazioni dei
periodi della storia russa convergono nell’affermare che
il popolo russo (relativamente giovane in raffronto alla
maggioranza delle etnie europee) esce tuttavia dalla
giovinezza, e si caratterizza per una grande attenzione
al proprio destino, per una più matura valutazione della
propria posizione nel mondo. Lo stato saggio riflette
sulla propria predestinazione storica, sulla
combinazione di tradizione e percorsi innovativi
all’avanguardia, più e meglio dello stato avventurista,
temporaneo, transitorio. La Russia è chiaramente giunta
alla necessità di una profonda comprensione del proprio
«io». Il nostro ideale di costruzione politica interna: democrazia organica, federalismo eurasista Il modello politico eurasista deve
fondarsi sull’imperativo della compartecipazione della
società nelle decisioni storiche fondanti,
nell’autentico governo del popolo. La compartecipazione
del popolo al proprio destino – così è definita la
genuina democrazia. Questa compartecipazione può
realizzarsi in differenti modi. Giacché la Russia
rappresenta in sé una formazione strategica su scala
enorme, la direzione del suo potenziale strategico deve
essere concentrata nelle mani di un ristretto gruppo o
singole personalità, quale che sia la loro denominazione
- presidente, monarca, Consiglio Supremo, capo, ecc.
Tale personificazione dell’autorità non contraddice il
principio della democrazia organica nel caso in cui il
comune vettore di attività delle massime personalità (o
gruppo) dello Stato corrisponda alla direzione di
riferimento dello sviluppo storico, e sia fondata sulle
costanti della vita nazionale. Dunque il criterio di
valutazione dell’adeguatezza (o inadeguatezza) del capo
dello Stato non deve essere semplicemente l’efficienza
nella realizzazione delle sue funzioni e doveri, ma
anzitutto la lealtà verso il «grande progetto» del
popolo, il servizio nei confronti della missione storica
dello Stato. - centrismo eurasista L’identità politologica della Russia
predetermina quel vettore della visione politica del
mondo che deve essere accettato come asse del Centro
politico. Tale vettore presuppone una combinazione dei
princìpi di giustizia sociale ed economia sociale
(economia «di sinistra», socialismo) e valori di
conservatorismo e tradizionalismo culturale nel puro
orientamento politico dello Stato (politica «di destra»,
conservazione). Questa combinazione di elementi di
«sinistra» e «destra» nella definizione dell’idea russa
di Centro politico è l’inversione di come gli elementi
analoghi sono combinati nelle politiche liberali
dell’Occidente, dove il Centro politico è fondato sulla
combinazione fra «libero mercato» (economia di destra,
liberal-capitalismo) e mondialismo, innovazionismo e
antitradizionalismo della sfera politica, ma anche a
livello etico, culturale, religioso (politica di
sinistra, progressismo). - terza via Si è convenuto di definire come «terza via» il modello che combina elementi di socialismo moderato in economia e tendenze conservatrici, stataliste e tradizionaliste in politica, al fine di distinguerlo sia dal socialismo abituale (la versione marxista, nella quale esiste una combinazione di economia di sinistra e politica di sinistra) sia dai regimi dittatoriali di destra (dove il conservatorismo in politica è combinato con i meccanismi del mercato e con l’onnipotenza dell’oligarchia finanziaria. In questa o quella sua interpretazione, la «terza via» corrisponde più precisamente alla storia politica della Russia. Inoltre, un’attenta analisi delle oscillazioni fra regimi di destra e di sinistra nella storia russa scopre che questi processi rivoluzionari si svolgevano attorno ad un asse comune, questi allontanandosene, quelli avvicinandosi ad esso. Tale asse rappresenta proprio quel Centro politico assoluto – finora non ancora manifestatosi – la cui configurazione politologica è identica al modello della «terza via». Di conseguenza, la scelta del sistema politico della «terza via» come fondamentale sarà il passo ponderato, responsabile e fatale verso la definitiva assunzione da parte della Russia del suo ruolo di concezione del mondo più generalmente, universalmente e complessivamente alternativa in campo politico. E se questa transizione alla teoria della «terza via» avrà luogo, verranno liquidate le ragioni fondamentali delle drammatiche contrapposizioni rivoluzionarie, delle crudeli rivoluzioni distruttrici e delle perturbazioni estremistiche che hanno colorato di una tonalità sanguinaria la storia politica della Russia. La «terza via» rappresenta il solo garante contro future rivoluzioni, guerre civili e rivolte che ancora potranno dividere la Russia in campi contendenti – nel caso in cui quella scelta non avrà luogo. La ponderata e chiara adozione di quel modello, che è stato il nucleo nascosto della storia politica russa, quale tendenza fondamentale del Centro politico significherà vero consenso politico, stabilità di lungo periodo e pace politica interna. - federalismo eurasista La scala della missione storica della Russia,
richiesta per prevenire l’instaurazione del «nuovo
ordine mondiale» e contrapporgli un’alternativa globale,
presuppone la creazione al suo interno di un tale
sistema politico che sia quanto più possibile aperto
all’inclusione nel blocco eurasista di altri popoli e
stati con diversa storia culturale, politica, religiosa,
economica e di civiltà. A questo scopo in Russia la
struttura politica generale deve essere quanto più
possibile prossima al modella della futura formazione
continentale eurasista. Questo significa costruire il
sistema del «federalismo eurasista», la cui
caratteristica fondamentale deve essere la combinazione
di unità strategica a livello di amministrazione
centrale ed ampia diversità di organizzazione politica,
sociale, giuridica ed economica delle parti
costituenti. Il nostro ideale di strategia geopolitica per la Russia La massima priorità geopolitica della Russia
nel prossimo secolo (millennio) è la creazione di un
blocco strategico eurasista – con una visione del mondo
flessibile e differenziata ed una partecipazione a
diversi livelli – quale contrappeso alle tendenze
atlantiste e mondialiste su scala globale.
- il mondo multipolare In una prospettiva di lungo periodo occorre orientarsi alla creazione di un mondo unipolare genuinamente libero ed equo, organicamente formantesi attorno differenti centri culturali, di civiltà, storici e sociali. La ricchezza dell’umanità è direttamente legata alla varietà delle civiltà, che non devono essere soltanto preservate, ma nuovamente affermate. La stessa Eurasia nei periodi migliori della sua storia si distingueva proprio per questa varietà «imperiale», dove l’unità strategica e geopolitica si combinava con una costellazione di parti organiche e culturalmente autonome. Il polo eurasista inizialmente deve aggregarsi come roccaforte della liberazione della civiltà, affinché la futura multipolarità divenga il risultato naturale e desiderabile per l’Eurasia del temporaneo ritorno al modello bipolare. Pertanto, la stessa struttura del nuovo blocco eurasista deve inizialmente recare in sé i germi del pluralismo culturale, della differenziazione, della varietà, della «fiorente complessità». In tal caso, il futuro avvento di un mondo genuinamente multipolare sarà l’organica prosecuzione della linea eurasista, contrapposta alla logica unificante unidimensionale dell’atlantismo. - le unioni strategiche eurasiste La realizzazione del progetto eurasista presuppone una serie di passi diretti ad accrescere il significato strategico ed il peso autosufficiente della Russia. Nessun altro Stato, per ragioni geopolitiche, è in grado di diventare l’asse del blocco eurasista. La Russia occupa un posto geograficamente centrale in Eurasia, possiede un potenziale strategico sufficiente per assicurare un felice avvio dei processi di integrazione nella prima fase. Per la Russia è vitale essere guidata, nella politica estera ed interna, da un unico imperativo, a cui tutti gli altri devono essere subordinati: l’imperativo della creazione dell’Unione Eurasista. - dimensione minima: l’integrazione post-sovietica La scala minima dell’integrazione
post-sovietica, o la sua prima tappa, deve diventare la
riunificazione strategica dei paesi della Comunità degli
Stati Indipendenti (ex Unione Sovietica) in una comune
costruzione strategica, resa compatta dalla
consapevolezza di un’unità di interessi geopolitici e da
una comunità strategica e di destino in quanto civiltà.
L’integrazione dei paesi della CSI in una nuova e più
coesiva formazione strategica deve fondarsi su compiti
geopolitici globali, e non su interessi sociali ed
economici temporanei o su di una combinazione di forze
all’interno delle élite politiche. Il significato fatale
del Progetto Eurasista è talmente grande da eccedere
incomparabilmente la somma di vantaggi e svantaggi
concreti derivanti da tale integrazione, ed ovviamente
va ben al di là dell’immagine politica e psicologica di
dirigenti e partiti che in un dato momento si trovino al
potere. - blocco continentale Lo stadio successivo del Progetto
Eurasista, che può essere realizzato parallelamente
all’integrazione strategica della CSI, consiste nella
creazione di un’associazione strategica unitaria con gli
Stati eurasisti vitalmente interessati alla
costruzione di un’alternativa al dominio planetario
autocratico degli USA e dei paesi dell’Occidente
atlantico. Si tratta di alcuni stati arabi del Vicino
Oriente e dell’Africa Settentrionale, dell’Iran,
dell’India, della Cina e di altri paesi
estremo-orientali compresi nella regione del Pacifico.
- unione con Europa e Giappone L'integrazione nel quadro della CSI, la
creazione del blocco strategico eurasista rappresentano
i passi preliminari verso un'attiva strategia planetaria
dell'Eurasia, senza la quale un'alternativa strategica
di civiltà non può possedere sufficiente spessore.
- fine: promozione civilizzatrice di una nuova realtà planetaria multipolare Il compito geopolitico globale della Russia consiste
nella creazione di un mondo multipolare, nella
promozione strategica di questo mondo. La transizione ad
esso, in quanto alternativa pluralista e differenziata
al mondialismo atlantico unidimensionale, sarà possibile
soltanto nel realizzarsi di tutti e tre gli stadi del
Progetto Eurasista. Un mondo libero multipolare, con una
fiorente complessità di culture e civiltà – ecco
l'ideale geopolitico supremo della Russia, la sua
vocazione, la sua predestinazione. Il nostro ideale di strategia geoeconomica della Russia: il grande spazio autosufficiente - il principio eurasista del «pluralismo economico» Il modello economico eurasista è fondato su un
principio opposto all’universalismo liberale, ai
postulati della cosiddetta «scuola economica classica».
Ogni comunità storica possiede una propria, unica storia
di sviluppo economico, una propria struttura di
organismo economico. Il sistema dei criteri in base ai
quali è valutata l’efficienza dell’economia, i parametri
del successo o fallimento, non possono essere separati
dal contesto storico, sociale e culturale di una data
società. Il pensiero della scuola economica classica
occidentale proviene dall’errato presupposto di uno
sviluppo economico unidirezionale e secondo una
traiettoria unica per tutti i popoli e stati, soltanto
con tempi diversi. Su questa convinzione si fonda la
rappresentazione «degli indubbi vantaggi del modello
economico occidentale, quale stadio più avanzato di
realizzazione del modello economico comune a tutti i
popoli». Spinto da questa convinzione, l’Occidente si
ritiene legittimato ad agire da arbitro economico su
tutto il globo, imponendo a tutti gli altri quel sistema
di criteri economici che riflette la logica di sviluppo
dei sistemi economici dei paesi occidentali.
- creazione di sistemi economici autosufficienti di tipo misto (pluralità di regimi) Il vettore di sviluppo economico della
Russia dovrebbe essere organicamente accordato con i
fondamentali punti di riferimento geopolitici e
strategici del suo sviluppo, cioè con il Progetto
Eurasista. E’ perfettamente chiaro che l’adesione a
dogmi astratti di pure ideologie economiche (siano esse
il marxismo o il liberalismo) sottrae la Russia al suo
destino nel labirinto della scolastica e dei conflitti
civili. - keynesismo per l’Eurasia, «isolamento economico eurasista» Il modello economico più rispondente alla moderna Eurasia in vista dell’instaurazione di un fattore civilizzatore, è il modello keynesiano, posto al centro del rispetto delle priorità strategiche dell’insieme eurasista di stati e nazioni. Nel definire l’orientamento delle riforme economiche, l’enfasi va posta non semplicemente sull’acquisizione della massima efficienza, ma sul contesto generale di civiltà e sociale, nell’interesse del quale queste riforme devono essere realizzate secondo la logica delle cose. E dal momento che questo contesto nei suoi vettori fondamentali è non solo diverso, ma per molti versi opposto rispetto al sistema liberale atlantista, al «nuovo ordine mondiale», un importante problema è la creazione di un’«isola economica eurasista» dotata di relativa autosufficienza. Ciò presuppone una variante economica paternalista, necessaria per l'intero periodo di sviluppo economico dell'Eurasia. Quindi lo sviluppo dei settori fondamentali dell'industria, dei sistemi informatici, dell'agricoltura e specialmente dell'alta tecnologia deve essere compito principale del potere centrale, responsabile delle questioni strategiche. Gli elementi di mercato, assolutamente indispensabili per una serie di settori economici – piccola e media produzione, sfera dei servizi, ecc. – devono combinarsi con il settore pubblico. Il problema dell'occupazione deve essere risolto a livello strategico statale, e non soltanto di mercato. La classe parassita dei percettori di rendita (rentiers) deve essere marginalizzata a fronte dei gruppi sociali produttivi degli imprenditori e dei lavoratori percettori di retribuzione nelle imprese private e statali (cosiddetti «salariati»). - finanza eurasista E' necessario che la Russia crei la
propria moneta in un comune contesto finanziario
planetario. Questo è possibile per tre vie: - quarta zona, partecipazione pragmatica all'economia virtuale mondiale Il principale compito economico della Russia è la creazione di una zona economica chiusa autosufficiente ed autarchica entro i limiti dell'Eurasia. la quarta zona eurasiatica – assieme alle altre tre esistenti: americana, europea e del Pacifico – deve unire in un comune spazio economico i territori dei paesi della CSI ed un certo numero di paesi est-europei ed asiatici interessati all'indipendenza strategica di fronte alla pressione economica del «Nord ricco». Potenziali partecipanti alla quarta zona possono essere paesi con differenti sistemi economici, il che comporta un'integrazione economica a diverse velocità a seconda delle specificità della regione o del paese dato. La quarta zona economica deve orientarsi all'interazione prioritaria con gli spazi economici confinanti – Europa e Pacifico – con il fine ultimo di contrastare l'egemonia americana sul globo e normalizzare l'equilibrio economico sull'intero territorio del pianeta. Già i primi passi verso la realizzazione della quarta zona cambieranno l'equilibrio economico fra regioni industriali ad alta tecnologia e regioni ricche di risorse, spezzeranno l'univoco dominio del «Nord ricco» e lo sfruttamento coloniale del «Sud povero». - coinvolgimento nei processi geoeconomici planetari con il fine di impartirvi una direzione di civiltà eurasista Il sistema economico-finanziario della Russia non può
ignorare il formarsi di un'economia virtuale a livello
mondiale, il tradursi del potenziale economico nella
sfera Il nostro ideale di sviluppo industriale della Russia - informatizzazione La creazione della quarta zona richiede la radicale modernizzazione dell’industria domestica, l’introduzione sistematica e su vasta scala di tecnologie avanzate nella sfera delle produzioni strategiche. Alla base di tale modernizzazione deve stare il sistema di informatizzazione, comunicazione e trasporto, che costituisce l’asse reale della fase di sviluppo postindustriale dell’economia. Grazia all’informatizzazione su vasta scala, numerosissimi problemi di organizzazione della produzione, commercializzazione e distribuzione, nonché processi di integrazione economica ed allocazione del lavoro nell’ambito della zona eurasista potranno essere risolti con successo. Grazie alla flessibilità delle tecnologie, l’informatizzazione può essere introdotto tanto nei processi ad alta tecnologia, quanto in alcune sfere economiche tradizionali, moltiplicando ovunque l’efficienza. L’informatizzazione programmata e universale deve diventare priorità strategica dello Stato. Nella questione della creazione di un sistema doganale solidale eurasista l’informatizzazione svolgerà un ruolo centrale, e da essa dipenderà in non piccola misura il successo di tale unione. - regionalizzazione I processi di integrazione dell’economia eurasista devono essere accompagnati da un aumento dell’importanza delle singole regioni e del loro grado di indipendenza amministrativa ed economica. Le zone industriali devono essere integrate nel comune campo economico eurasista non per via di decreti, ma tramite una naturale ed organica connessione orizzontale, riproducente al livello economico il sistema federativo. Il controllo dal centro deve toccare esclusivamente le sfere strategiche, definire i parametri economici generali, ma i passi concreti per la realizzazione dei compiti generali per lo sviluppo industriale devono essere decisi a livello locale. - creazione di cicli industriali chiusi legati agli spazi locali L’allocazione del lavoro nel contesto della quarta zona non presuppone la centralizzazione della gestione produttiva. Le grandi aree industriali devono basarsi sull’impiego delle infrastrutture e del potenziale di risorse locali. Tale organizzazione di cicli industriali semichiusi legati ai sistemi locali è indispensabile per accrescere la solidità del modello economico pan-eurasista e il livello di sicurezza industriale. In tale situazione, i complessi industriali devono diventare il nucleo degli insiemi sociali in considerazione della specificità etnica, demografica, religiosa e culturale della popolazione. - qualificazione ecologica delle produzioni industriali Il fattore ambientale deve essere incluso fra le
priorità fondamentali nella valutazione esperta dei
progetti industriali, e la sua valutazione deve essere
necessaria anche nelle questioni relative alla
ristrutturazione delle produzioni esistenti. La
probabilità di una catastrofe ecologica aumenta nelle
condizioni attuali, ed in questa situazione la
conservazione dell’ecosistema diviene un elemento
principale della sicurezza strategica.
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