Цели «Евразийского Движения»:
- спасти Россию-Евразию как полноценный геополитический субъект
- предотвратить исчезновение России-Евразии с исторической сцены под давлением внутренних и внешних угроз --
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Testi | Programma del movimento Eurasia |Parte 2| 01.01.2001
Il nostro ideale di sviluppo culturale:
conservazione dell’eredità, sintesi eurasista
- conservazione della varietà dell’eredità
culturale
A livello culturale, il compito
principale del Progetto Eurasista della Russia è
l’affermazione di un modello pluralista, differenziato,
a molteplici livelli, alternativo agli schemi di
unificazione unidimensionale offerti dai sostenitori del
«globalismo sotto l’egida dell’Occidente». L’uniforme
società dei consumi, formata sullo stampo americano e
fondata sull’individualismo, inevitabilmente sfocia
nello sradicamento della varietà culturale, sociale,
religiosa, etnica.
La Russia deve proclamare su scala
mondiale la propria missione di garante della «fiorente
complessità», di sentinella delle relazioni fra le
naturali varietà degli insiemi umani civilizzati.
L’affermazione e conservazione della reale varietà
storica della vita culturale dei popoli e degli stati è
il supremo fine del Progetto Eurasista della Russia a
livello di civiltà.
- postmoderno dell’Oriente
Il carattere generale del postmoderno esibisce le
caratteristiche intrinseche dello sviluppo della civiltà
umana, e per questo motivo il volontaristico rifiuto del
postmoderno è impossibile – come impossibile fu
all’epoca ignorare il richiamo dei Tempi Nuovi
(modernità) lanciato alle società tradizionali. Questo
riguarda specialmente popoli e paesi che mirano ad
un’attiva compartecipazione nella definizione del
cammino storico dell’umanità (e la Russia indubbiamente
rientra nel numero di «grandi potenze» non indifferenti
al destino dell'intera umanità). Per questa ragione la
Russia deve padroneggiare l'argomento del postmoderno,
ma usandolo per le sue proprie finalità storiche ,
riformulando la propria missione storica nei termini del
postmoderno (allo stesso modo in cui il periodo
sovietico fu la formulazione della stessa missione nei
termini dei Tempi Nuovi, del moderno). Questa nascente
direzione culturale, dotata di una prospettiva
colossale, viene convenzionalmente definita «postmoderno
dell'Oriente» (o «postmoderno della diversità») in
contrapposizione al «postmoderno dell'Occidente» (o
«postmoderno universalistico»). Se il «postmoderno»
dell'Occidente rappresenta in sé la «fine della storia»
e la stravagante sovrapposizione di masse etiche prive
di senso, internamente eterogenee, in assenza di
un centro di valori, il «postmoderno dell'Oriente»
rappresenta in sé il ritorno ad uno stile sintetico,
integrale, ricreante ad un nuovo livello storico la
pienezza propria delle società tradizionali.
- nuova culturologia eurasista
La nuova culturologia eurasista deve
fondarsi sull'assimilazione concettuale e lo sviluppo
delle fondamentali motivazioni del «postmoderno
dell'Oriente», quale nuovo metodo sintetico di analisi
culturale che riconosce il pari diritto e la pari
dignità di culture inerenti ai vari settori temporali e
geografici. La nuova culturologia eurasista rifiuta la
divisione «razzista» e «suprematista» delle culture in
«avanzate» e «arretrate», «progredite» ed «arcaiche»,
«civilizzate» e «non civilizzate». Ogni cultura deve
essere valutata nel sistema di coordinate ad essa
peculiare, non in un qualche modello esterno astratto
che aspiri ad essere la verità in ultima istanza. Tale
culturologia eurasista deve diventare l'antitesi del
«razzismo culturale» velato praticato dall'atlantismo.
- polilogo di culture come soggetti
Nel sistema mondiale eurasista la fondamentale figura
storica agente non è l'individuo, ma la comunità,
l'ethnos, la cultura, la formazione sociale organica.
Quindi, principio dell'interazione culturale fra le
varie parti dell'Eurasia deve essere il complesso,
dinamico ed aperto polilogo delle culture, agenti non in
quanto formazioni incomplete, soggette ad un astratto
miglioramento meccanico in base a schemi astratti, ma in
quanto autorità di massima ed ultima istanza,
costituenti nel loro intreccio il tessuto a più
dimensioni del mondo vivente organico e multiforme.
- rifiuto del livellamento culturale (ottundimento
delle differenze culturali)
La Russia deve diventare il polo centrale di un
un'enorme rivoluzione culturale che rappresenti
l'alternativa al livellamento culturale atlantista in un
unico surrogato di stile, modellato sulla «American way
of life». Il significato universale della missione
culturale della Russia nel Progetto Eurasista consiste
nel contributo allo sviluppo di un mondo differenziato,
libero e culturalmente multipolare. In questo senso il
progetto continentale dell'Eurasia acquista rilevanza
mondiale, quale linea di partenza di una cultura globale
alternativa al «nuovo ordine mondiale» e all'indiviso
dominio dell'atlantismo.
- ampio pluralismo conservatore
La conservazione e lo sviluppo di una
pluralità culturale, sia nel quadro della Russia, sia su
scala più ampia – nel quadro dell'Eurasia e al limite
del mondo intero – è la specificità del Progetto
Eurasista, una sorta di pluralismo conservatore. Oggetto
di tale pluralismo culturale è la preservazione
(«conservazione») dei fermenti fondamentali delle
culture, la dovuta correlazione dello sviluppo dinamico
in cui è incarnata l'origine vitale della società, con i
profondi parametri fondamentali del suo nucleo
tradizionale. In questa relazione prioritaria alla
Tradizione consiste il carattere fondamentale del
«postmoderno dell'Oriente».
Il nostro ideale di sistema sociale: la comunità
socialmente orientata, l'ecologismo profondo
- socialismo eurasista
In contrasto con l'assolutizzazione del
modello liberale, soggiacente a fondamento economico del
«nuovo ordine mondiale», il Progetto Eurasista
presuppone il riferimento ad un ampio spettro di modelli
di sistemi ad orientamento sociale, a volte definiti
complessivamente col nome di «socialismo» o di «comunità
socialmente orientata». L'ambiente sociale è l'habitat
naturale dell'uomo, e nei suoi caratteri fondamentali
l'uomo è definito proprio in connessione ad una comunità
definita. A differenza del marxismo dogmatico, tale
comunità può essere intesa in modi molto diversi – sia
come tipo culturale, sia come inconscio collettivo della
comunità, sia come fede religiosa, sia come identità
etnica, sia come formazione storico-sociale, sia come
appartenenza di classe-professionale, ecc. Tutti questi
caratteri sociali possono essere tenuti in conto in un
modello comune riassuntivo che, provvisoriamente, è
possibile chiamare «socialismo eurasista», libero da
dogmatismi, creativo, aperto, comprensivo in sé tanto
delle tradizionali forme di identificazione sociale,
quanto delle nuove forme sociali che crescono nelle
condizioni contemporanee. Il carattere sociale
dell'eurasismo non esclude affatto i valori
dell'individuo, ed a maggior ragione non rifiuta
determinati elementi gestionali di mercato. Si tratta di
un comune spirito, di un orientamento prioritario verso
il sistema sociale, dove nelle aree economica, sociale,
scientifica e politica sono incentivati i modelli
fondati sul principio del soggetto sociale comune, e
l'istanza principale fondamentale è il collettivo
organico, di vecchio o nuovo tipo.
- nuova coscienza ecologica
La società eurasista deve essere costruita su di una
profonda considerazione del fattore ecologico. Tipica
dell'epoca moderna è la relazione con l'ambiente
circostante come ad uno scenario passivo, privo di vita,
che l'uomo attivo è libero di modellare a proprio
arbitrio; tale relazione ha portato l'umanità sl limite
della catastrofe globale. Tale approccio viene fatto
proprio per inerzia anche dagli architetti del «nuovo
ordine mondiale». La socialità eurasista deve essere
fondata su motivi opposti: sulla prioritaria
considerazione dell’ecologia profonda. Ciò significa una
speciale relazione all’ambiente come ad una realtà viva,
sostanziale, significante, nella quale all’uomo è
assegnato un posto speciale ed affidata una speciale
responsabilità per l’osservanza di un fine equilibrio
fra le parti costituenti dell’insieme naturale. La
società eurasista deve essere costruita sulla base di
un’attenta riflessione sull’ambiente naturale,
sull’armonia con esso, sull’accurato intervento sugli
ecosistemi esistenti e sulla loro manipolazione
estremamente delicata. La coscienza ecologica dovrebbe
divenire il tipo di coscienza dominante.
- nuova salvaguardia e «rivoluzione
conservatrice»
La società eurasista deve fondarsi sul principio
della salvaguardia, della conservazione. Ma ciò non in
riferimento alle istituzioni politiche – e specialmente
a quelle che portano su di sé il marchio del moderno –
bensì agli orientamenti culturali e psicologici
profondi, che stabiliscono l’identità di popoli, stati e
comunità. Ad attenta conservazione sono soggetti gli
assetti profondi essenziali della psicologia etnica,
agenti nei differenti periodi storici in forme
differenti, talvolta esteriormente opposte. Tale
profonda salvaguardia non contraddice affatto un’attiva
dinamica sociale, dato che il corso oggettivo della
storia richiede il costante adattamento degli elementi
identificativi essenziali al variare delle condizioni.
Il sistema stesso, con i suoi stimoli, esige creatività
sociale, ma il soggetto ultimo di tale creatività ,
mutando e trasformandosi, deve preservare il massimo di
identità. Tale combinazione fra principio di
salvaguardia (conservazione) e principio di creatività
(rivoluzione) è definita come «rivoluzione
conservatrice».
Il nostro ideale di esistenza delle religioni
eurasiatiche tradizionali (Ortodossia, Islam, Buddhismo,
residui di antichi culti)
- scoperta della missione ecumenica della Chiesa
Ortodossa
A livello religioso il Progetto
Eurasista presuppone la conservazione e il «pubblico»
sviluppo dello spirito della Tradizione, un rinnovato
riferirsi alle fonti religiose dell’umanità. In tale
«ritorno alle fonti» consiste la missione religiosa
della Russia, intesa nel suo senso più ampio. La forma
assiale della Tradizione nel Progetto Eurasista è la
Chiesa Ortodossa, d’Oriente, quale depositaria
dell’autentico spirito cristiano, preservatrice della
dimensione universale della tradizione cristiana. La
missione dell’Ortodossia non è strettamente etnica,
limitata ad una data regione concreta o periodo storico.
Questa missione è ecumenica. I Russi hanno
tradizionalmente ben compreso il carattere messianico
della loro Fede, consapevolmente o intuitivamente hanno
seguito l’universale impulso alla comune affermazione
della Salvezza, del Bene, del Giusto. Per la coscienza
ortodossa il «nuovo ordine mondiale» si identifica con
la «venuta dell’anticristo». Per tale motivo la
contrapposizione ad esso, l’affermazione di
un’alternativa globale religiosa, etica e di concezione
del mondo, è un dovere non soltanto sociale, ma
religiose dei cristiani. La finezza dell’identificazione
escatologica del «nuovo ordine mondiale» con il
«principe di questo mondo» fa dell'Ortodossia una realtà
assiale della resistenza religiosa globale su scala
mondiale, giacché in altre religioni tradizionali
l'aspetto escatologico non è espresso in maniera
altrettanto chiara ed accentuata. L'Ortodossia diviene
polo geopolitico religioso del Progetto Eurasista. Ma
attribuire tale posto centrale non significa in nessun
caso sminuire il valore delle altre confessioni
tradizionali eurasiatiche.
- unione delle religioni tradizionali
Le confessioni eurasiatiche, varie dal
punto di vista dogmatico ed irriducibili ad uno schema
comune, possiedono un insieme di tratti che le
avvicinano. Ciò riguarda non tanto il lato dogmatico,
quanto il tipo psicologico della religiosità orientale –
più contemplativo che attivo, più paradossale che
razionalistico, più legato all'aspetto eterno delle cose
che ai processi storici. Questi tratti psicologici
comuni offrono le basi per un'unione delle confessioni
tradizionali eurasiatiche, senza con questo mescolare i
princìpi di fede o missionariamente imporre ad altri
tesi dottrinali inaccettabili. L'unione delle religioni
tradizionali dell'Eurasia deve rappresentare un
accordo geopolitico e culturale fondato sull'osservanza
dei diritti sovrani di libertà confessionale di ogni
popolo e di ogni uomo.
In Eurasia dominano il Cristianesimo
(Ortodosso), l'Islam, il Buddhismo, l'Induismo, il
Confucianesimo, il Taoismo ed alcuni culti arcaici
locali. L'unione eurasista delle religioni deve fondarsi
su coordinamento culturale e geopolitico di queste
confessioni a livello di predicazione (sermoni)
comune regolazione dei possibili conflitti
interconfessionali sviluppo di uno stile comune
eurasista di tradizionalismo religioso, basato sul
rispetto dei diritti delle altre religioni eurasiatiche.
Alla degenerazione dell'elemento religioso in Occidente
- al livello di materialismo ateo pratico, culti
artificiali e stravaganti (spesso totalitari) e modelli
«razzisti» di fondamentalismo Cattolico-Protestante
fondati sull'odio aperto verso le religioni eurasiatiche
– l'Eurasia deve opporre un nuovo tradizionalismo, un
universale e solidale ritorno alle radici religiose.
Il nostro ideale di relazioni interetniche in
Russia-Eurasia
- necessità di una speciale politica di
preservazione delle etnie, quale supremo valore della
storia
I popoli, le etnie rappresentano il
supremo valore e soggetto della storia umana. Essi
vivono in accordo con i cicli organici naturali, con le
ondate di mutazione, ecc. In dati momenti della loro
storia le etnie possono mescolarsi, in altri preservare
rigidamente le loro caratteristiche. Si tratta di un
processo estremamente delicato, e qualsiasi interferenza
in esso – fusione artificiale, isolamento artificiale,
reinsediamento pianificato di popoli, ecc. – conduce a
colossali irrimediabili catastrofi. Per questo il
proposto modello mondialista di universale mescolanza di
popoli e razze è tanto pericoloso, quanto lo è la
screditata teoria nazionalista della «purezza della
razza». In entrambi i casi tali rozzi progetti conducono
all'etnocidio. L'atteggiamento eurasista verso le etnie
è di salvaguardia, promana dal principio della
necessaria protezione di ciascun gruppo etnico dalla
prospettiva della scomparsa storica. Questo sia in
rapporto alle grandi etnie, sia in rapporto a
popolazioni di poche centinaia di rappresentanti. In
ogni caso le etnie sono oggetto di protezione nei
confronti sia dei dogmatici della mescolanza universale,
sia delle aggressioni xenofobe dei nazionalisti.
L'Eurasismo come modello presuppone l'affermazione delle
differenze etniche, ma esclude per ciò stesso la fobia,
l'ostilità verso la mescolanza. In un dato momento ed in
una data situazione la mescolanza etnica è inevitabile e
positiva (i grandi-russi sono assurti al livello di
nazione per via della mescolanza degli slavi con i
turchi e gli ugri). Ma i suoi parametri e la sua
dimensione devono essere definiti naturalmente ed
organicamente, con la massima delicatezza.
- differenzialismo creativo e demografia
Il pluralismo etnico eurasista deve essere creativo.
Nell'ambito della questione demografica devono essere
realizzati progetti orientati alla conservazione di un
equilibrio demografico positivo o nullo, così da
prevenire la scomparsa di etnie. La comune
responsabilità verso il destino continentale
dell'Eurasia da parte dei rappresentanti delle varie
élite etniche, religiose, statali e sociali deve
mostrarsi in accordi flessibili concernenti le politiche
etniche e demografiche, tenendo in considerazione tutti
i fattori tradizionalmente influenti in ciascuna
concreta regione e all'interno di ciascuna concreta
etnie. Il fine è lo sforzo comune nella conservazione di
quell'equilibrio etnico in Russia e, più in generale,
nel potenziale blocco eurasista, che è esistito fino al
giorno d'oggi, con correzioni straordinarie di quelle
tendenze catastrofiche che minacciano di degenerazione e
scomparsa i singoli popoli (in particolare il popolo
russo, assiale per l'intera costruzione eurasista).
- relazione duale verso i processi di mescolanza
etnica; apertura a livello di élite, limitazione a
livello di massa
Il modello flessibile di differenzialismo eurasista
nei suoi termini più generali può strutturarsi secondo
il seguente principio: atteggiamento tollerante verso la
mescolanza etnica a livello di élite, cauto a livello di
massa. Che dunque la scelta nei casi individuali rimanga
aperta secondo il diritto e la libertà di ogni singolo
cittadino. Proprio tale atteggiamento è stato
caratteristico dell'approccio alla questione etnica
nelle società tradizionali, che sotto molti aspetti
hanno formato i modelli sociali di condotta anche dei
popoli moderni. Tale modello è organico e naturale.
Oltre a questo, esso contribuirà all'universalismo ed
all'ampiezza culturale di vedute dell'élite dirigente
dell'Eurasia, capace di abbracciare la varietà culturale
ed etnica; ma al tempo stesso contribuirà alla
conservazione della creatività vitale dei centri etnici,
preservando le invarianti delle loro identità
tradizionali e formando nuovi quadri per l'élite
pan-eurasista.
Il nostro ideale di strategia di civiltà della
Russia
- le priorità civilizzatrici devono essere poste
al di sopra di quelle nazionali, statali,
confessionali
Il Progetto Eurasista per la Russia
comporta che i criteri geopolitici e di civiltà vengano
posti al di sopra di tutti gli altri. All'ingresso nel
XXI secolo, la Russia entra in una fase decisiva
dell'opposizione fra civiltà, della quale si definirà
una volta per tutte l’esito: vincerà definitivamente ed
irrevocabilmente il modello atlantista di sistema
mondiale, con tutto l’aggregato di angoscianti tendenze
religiose, culturali, economiche e politiche che esso
reca con sé? Ovvero l’Eurasia riuscirà ad affermare su
scala planetaria un’alternativa globale, avendo
dimostrato la propria giustezza storica, avendo
giustificato la sua predestinazione eurasista,
grande-continentale? Per questa ragione il fine supremo,
il compito supremo della stessa esistenza storica della
Russia acquisisce una forma netta e si riduce
all’esecuzione di una MISSIONE GEOPOLITICA chiaramente
formulata. Il metro geopolitico e di civiltà dovrebbe
essere l’unità di misura ed il criterio per tutte le
restanti sfere di sviluppo della Russia – economica,
sociale, politica, ecc. Se sarà possibile nel prossimo
futuro tenere fede a questa missione, porre le basi
dell’alternativa eurasista globale al «nuovo ordine
mondiale», tutti i restanti livelli passo dopo passo si
potranno sviluppare, normalizzare e ordinare in
condizioni ottimali. Ma nelle prime fasi tutto dovrà
essere subordinato al centralissimo compito geopolitico.
Da ciò consegue - e se ne deve tenere conto - che
perfino uno sviluppo abbastanza efficiente del settore
economico, sociale, culturale o politico della Russia,
qualora avvenga separatamente dalla realizzazione del
principale Progetto geopolitico e di civiltà (o a
detrimento di questo), nel medio e lungo periodo non
recherà alcun risultato positivo e non farà che
allontanare per poco la catastrofe finale, che
inevitabilmente verrà alla Russia dall’instaurazione del
«nuovo ordine mondiale».
- struttura delle Forze Armate eurasiste
Il Progetto Eurasista potrà essere
realizzato esclusivamente nel caso in cui la Russia
saprà conservare e consolidare il proprio potenziale
nucleare e strategico, compiendo una serie di passi
decisivi nell’elaborazione e introduzione di armamenti
di nuova generazione. Realizzare l’alternativa eurasista
per via evolutiva, senza coinvolgere l’umanità in una
dittatura planetaria, in una catastrofe ecologica e in
una guerra civile totale su scala mondiale, questo è
possibile solo nella misura in cui il potenziale bellico
dei paesi della NATO e della Russia (inclusi i suoi
alleati militari: Bielorussia, ecc.) resta in
sostanziale equilibrio, e la minaccia dell’impiego di
armi di tipo strategico contro i paesi NATO riesce a
contenere efficacemente i piani neocoloniali
dell’atlantismo. Armamento nucleare, sistema russo di
difesa antimissile, recentissime ricerche tecnologiche
del complesso militare-industriale russo: ecco i
principali presupposti della possibilità di adempimento
della missione storica della Russia. In virtù di tale
circostanza, compiti principali della Russia saranno il
rafforzamento del settore strategico delle Forze Armate,
l’attivazione delle ricerche nel settore degli armamenti
ad alta tecnologia di nuovo tipo, il mantenimento della
prontezza al combattimento delle Forze Armate, il
rafforzamento della loro struttura, la modernizzazione
dei sistemi di controllo ecc. L’Esercito russo e il
complesso militare-industriale russo, la loro riforma
strutturale, attivo consolidamento e sviluppo devono
essere le massime priorità della politica eurasista. Il
destino della Russia, dell’Eurasia, in quanto civiltà,
dipende direttamente dalla qualità delle Forze
Armate.
- patti militari
La rilevanza assiale delle Forze Armate
russe (e specialmente del loro settore strategico) deve
comportare la creazione di una serie di patti militari,
richiesti per garantire la saldatura del blocco
eurasista lungo i confini strategicamente rilevanti. Il
principale di tali patti è l’alleanza militare
russo-iraniana, che per la prima volta nella storia
potrebbe aprire alla Russia l’accesso ai «mari caldi» e
consentirebbe la disposizione di armamenti strategici
russi sulle coste meridionali dell’Eurasia. Dato che
l’Iran è strategicamente orientato contro il domino
dell’Occidente ed è guidato nella sua politica estera da
priorità eurasiste, i presupposti oggettivi per tale
patto militare sono presenti. In una prospettiva di
medio periodo proprio l’asse militare Mosca-Teheran è in
grado di organizzare uno spazio strategico di forza
contrapposto all’Occidente nel Vicino Oriente, nel
Caucaso ed in Asia Centrale. Fra
i paesi arabi, patti militari devono essere conclusi con
Irak, Siria e Libia, il che consentirà all’Eurasia di
ottenere un’importante leva di controllo sullo spazio
del Mediterraneo. Nell’Europa Orientale
è importante il patto militare con la Serbia ortodossa,
ed è inoltre desiderabile neutralizzare (meglio ancora,
trarre dalla propria parte) i paesi ortodossi (Bulgaria,
Romania, Grecia, Macedonia ecc.), favorendo il loro
allontanamento dalla NATO. Altro
importante patto è l'alleanza militare di Mosca con
India e Cina. (Sebbene sperare in una stretta relazione
geopolitica con la Cina sia scarsamente possibile, dal
momento che fra Mosca e Pechino esistono troppe
contraddizioni strategiche, e verosimilmente in una
situazione critica la Cina agirà da base costiera
dell'atlantismo). Parallelamente alla
conclusione di patti militari nel quadro dell'Eurasia, è
necessario coadiuvare attivamente i processi di
frazionamento dell’unità dei paesi NATO e contribuire
alla neutralità strategica della regione Centro-europea
(più in generale, dell’intera Europa) e della regione
del Pacifico. Molto importante per la
conclusione di tali patti strategici è dimostrare che
non è in questione la somiglianza religiosa, ideologica
o politica dei partecipanti al Blocco Eurasista, ma
l’unità dello scopo comune – l’opposizione all’egemonia
atlantista, all’instaurazione privatistica del «nuovo
ordine mondiale» degli USA ed al «governo mondiale»
oligarchico. Quindi una determinata alleanza militare
persegue un fine difensivo e, quel che più conta, di
liberazione, garantendo condizioni geopolitiche di
sovranità di tutti gli stati e i popoli di fronte
all’offensiva planetario del modello mondialista, che
comporta la privazione di tale sovranità.
- comunità di servizi informativi eurasisti di
«tipo nuovo»
Per l’efficace conduzione di una
politica eurasista la Russia necessita di una profonda
riforma dei sistemi militari di intelligence e
particolarmente dei servizi di informazione e
controinformazione. E’ necessario istituire una
struttura informativa di nuovo tipo, analoga ai servizi
informativi geopolitici dell’atlantismo, che agisca
anche a livello sovrastatale e sovranazionale, guidata
non soltanto dagli interessi della Russia, ma dalle
priorità geopolitiche e di civiltà della creazione di un
ampio Blocco Eurasista. Direttrici di riferimento di
tali servizi segreti geopolitici devono diventare:
1) la creazione (o ricostruzione) di una lobby
geopolitica eurasista nei paesi stranieri e in Occidente
(con l’interazione di tutte le forze sociali, politiche,
culturali, religiose ed ideologiche che, per un motivo o
per l’altro, dissentono con l’instaurazione del «nuovo
ordine mondiale», con la supremazia totalitaria della
«ideologia liberale», ecc.). 2) l'organizzazione di
una costante tendenza filo-eurasista, integrazionista
nell'ambito delle élite politiche, culturali ed
economiche dei paesi potenziali alleati della Russia nel
Blocco Eurasista. 3) la delimitazione operativa,
identificazione, isolamento ed eliminazione dei gruppi
di influenza geopolitica atlantista attivi in Russia e
nelle altre potenze eurasiatiche a noi amiche.
- manipolazione dei processi caotici
La probabilità del verificarsi in futuro di processi
caotici su scala mondiale, legati a catastrofi sociali,
ecologiche, tecniche e psicologiche, viene valutata
dagli esperti atlantisti come uno spettro di «nuove
sfide» al dominio americano e alla stabilità del «nuovo
ordine mondiale». Il fattore caotico, in questo modo,
diventa un importante strumento per la conduzione della
strategia eurasista. La manipolazione artificiale di
questo fattore, ed il suo impiego controllato e limitato
a fini strategici rappresenta una importante direttrice
di elaborazione strategica del Progetto Eurasista nella
sua componente cratopolitica (di forza).
Il nostro ideale di funzionamento dei mezzi di
informazione di massa: i mass-media eurasisti
- mass-media controllati dall'Eurasia
Il fattore di influenza dei mezzi di
informazione di massa nella realtà contemporanea è
talmente noto che questo campo diviene un
importantissimo fattore strategico. Per questo motivo il
Progetto Eurasista in larga misura dipende dal controllo
del centro strategico eurasista sul sistema dei
mass-media russi e dei mass-media degli altri potenziali
partecipanti al Blocco Eurasista, ed anche dall'efficace
propagazione della linea eurasista nello spazio
informativo generale. Nelle condizioni del «nuovo ordine
mondiale» proprio la mediocrazia svolge il ruolo
centrale nella programmazione sociale della popolazione
terrestre per l'introduzione dell'assetto
civilizzazionale costituente del mondialismo. La
mondializzazione dei mass-media precede quindi
l'instaurazione del «nuovo ordine mondiale» a livello
politico, preparandola. I mass-media
eurasisti devono svolgere una funzione esattamente
opposta, creando coerentemente le basi psicologiche per
l'adozione del Progetto Eurasista alternativo e quindi
proiettandole su di un pubblico sia interno, sia
esterno. I mass-media eurasisti devono possedere una
scala di diffusione planetaria.
- vantaggi dei mass-media interattivi di nuova
generazione
Lo sviluppo dei sistemi di informazione determinerà
in breve tempo l'universale diffusione di strumenti di
comunicazione interattiva, quali la rete Internet. Negli
ambienti interattivi all'utente è data una libertà di
scelta fra fonti di informazione incomparabilmente più
ampia che nel caso dei mass-media tradizionali. Lo
sviluppo tecnologico dei sistemi interattivi fa sì che
il ricettore dell'informazione gradualmente si avvicini
al potenziale tecnico del suo creatore e diffusore, cosa
che era esclusa dalle condizioni di funzionamento dei
mass-media tradizionali. Il Progetto Eurasista deve
favorire questa tendenza tecnologica, ed insieme con un
efficiente usi dei mass-media tradizionali è chiaramente
necessario sviluppare una rete eurasista di informazione
interattiva, preparazione della piattaforma logistica
per la creazione della «Eurasia virtuale» – sistema di
mass-media interattivi stabilmente portatore di
un'introduzione informativo-analitica, psicologica e
culturale ai princìpi della coscienza eurasista,
alternativa in rapporto al cliché del «nuovo ordine
mondiale».
- tre stadi di sviluppo dei mass-media
eurasisti
A livello di strategia generale dei
mass-media eurasisti vanno delineati tre stadi, che
possono essere realizzati parallelamente 1)
opposizione alla mondializzazione dei mass-media secondo
lo schema dell'ordine atlantista (a questo scopo,
usare efficacemente le specificità delle trasmissioni e
della stampa locale, la localizzazione, la connessione
all'ambiente linguistico, l'opposizione diretta e il
sabotaggio dei progetti universalistici, tipo CNN, BBC
ecc.) 2) sviluppo di mass-media nazionali,
controllati da istanze statali legate ad una
pianificazione strategica 3) creazione di un sistema
alternativo planetario di mass-media, portatore della
linea eurasista nella chiarificazione informativa ed
analitica degli eventi fondamentali.
Il nostro ideale di sistema giuridico: il «diritto
dei popoli»
- transizione al concetto di «diritto dei
popoli»
Il Progetto Eurasista richiede una revisione su vasta
scala delle categorie giuridiche dominanti nel mondo
occidentale, a prima di tutto del concetto di «diritti
umani», assiale per la civilizzazione atlantista. La
teoria giuridica dei «diritti umani» quale base del
diritto universale è la tappa conclusiva
dell'affermazione della filosofia dell'individualismo in
Occidente. Il concetto di «diritti umani» è inseparabile
dalle restanti tendenze fondamentali del «nuovo ordine
mondiale» e ne è la sua espressione giuridica.
L'alternativa eurasista assume a fondamento un concetto
giuridico completamente diverso – il concetto di
«diritto dei popoli» o di «diritto delle comunità». Il
concetto di «popolo» deve essere assunto come categoria
giuridica fondamentale, quale principale soggetto del
diritto internazionale e civile. In tale modello sorge
uno schema completamente nuovo di mutue relazioni
giuridiche fra il cittadino e la suprema autorità
legislativa, tradizionalmente legata allo Stato ma
– nelle condizioni del «nuovo ordine mondiale» -
gradualmente spodestata dall'istanza del «governo
mondiale». Al centro del diritto eurasista è il popoli,
quale soggetto giuridico fondamentale. Il cittadino,
l'individuo è giuridicamente responsabile di fronte al
suo popolo ed al regime legittimo di questo,
storicamente formatosi in base a molteplici fattori –
religiosi, etnici, culturali ecc. L'appartenenza etnica,
religiosa e culturale pone il cittadino in questo o quel
differente contesto giuridico. Gli stessi popoli nella
persona delle loro istanze elitarie plenipotenziarie
(definite esse stesse secondo metodi differenti, sulla
base della tradizione) sono giuridicamente responsabili
nei confronti del governo supremo del blocco geopolitico
– dell'organo supremo della federazione eurasista. In
questo modo, il modello giuridico eurasista rappresenta
la combinazione fra diritto federativo, dove il soggetto
di diritto pieno della federazione eurasista è il
«popolo», e «diritto strategico», che regola le
relazioni reciproche fra i soggetti della federazione,
da una parte, e fra ciascuno di essi e l'autorità
centrale, dall'altra.
- giurisprudenza «discriminante»
Il modello giuridico eurasista si fonda
sull'approccio differenziato al codice di diritto civile
e criminale, in dipendenza del contesto nazionale o
regionale. Speciale attenzione è attribuita al recupero
dei fondamenti dei modelli giuridici religiosi, che
avvicinano normativa confessionale, sociale e morale e
attribuiscono al campo legislativo carattere
confessionale ed etico. Le variazioni di istituzioni
giuridiche nei vari contesti etnici culturali e
confessionali possono essere le più ampie e multiformi.
Solo una minima parte degli articoli dei documenti
giuridici tocca il livello strategico. Primo imperativo
categorico di ciascun cittadino – indipendente dalla
appartenenza confessionale ed etnica – è mantenere la
propria lealtà verso lo Stato eurasista.
- sistema geo-giuridico, codici speciali per gli
agglomerati pluriconfessionali e le megalopoli
Oltre al condizionamento della
multiformità etnica e confessionale sui sistemi legali,
variazioni giuridiche possono presentarsi anche nella
legislazione delle singole unità amministrative,
in conformità ai tratti regionali. Oltre a ciò gli
agglomerati complessi e le megalopoli multietniche e
pluriconfessionali, ed anche i settori con
caratteristiche socio-professionali particolari, possono
possedere nei propri codici legali differenze
significative, riflesso di specificità concrete.
- sistema eco-giuridico
I fattori ecologici devono ricevere un posto
di rilievo nel diritto eurasista, consolidando per via
legislativa le norme di approccio ecologico all’ambiente
circostante.
Gennaio 2001
Trad.
M.Conserva
Телепартия
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