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Testi | Programma del movimento Eurasia |Parte 2| 01.01.2001
Il nostro ideale di sviluppo culturale: conservazione dell’eredità, sintesi eurasista - conservazione della varietà dell’eredità culturale A livello culturale, il compito principale del Progetto Eurasista della Russia è l’affermazione di un modello pluralista, differenziato, a molteplici livelli, alternativo agli schemi di unificazione unidimensionale offerti dai sostenitori del «globalismo sotto l’egida dell’Occidente». L’uniforme società dei consumi, formata sullo stampo americano e fondata sull’individualismo, inevitabilmente sfocia nello sradicamento della varietà culturale, sociale, religiosa, etnica. La Russia deve proclamare su scala
mondiale la propria missione di garante della «fiorente
complessità», di sentinella delle relazioni fra le
naturali varietà degli insiemi umani civilizzati.
L’affermazione e conservazione della reale varietà
storica della vita culturale dei popoli e degli stati è
il supremo fine del Progetto Eurasista della Russia a
livello di civiltà.
- postmoderno dell’Oriente Il carattere generale del postmoderno esibisce le caratteristiche intrinseche dello sviluppo della civiltà umana, e per questo motivo il volontaristico rifiuto del postmoderno è impossibile – come impossibile fu all’epoca ignorare il richiamo dei Tempi Nuovi (modernità) lanciato alle società tradizionali. Questo riguarda specialmente popoli e paesi che mirano ad un’attiva compartecipazione nella definizione del cammino storico dell’umanità (e la Russia indubbiamente rientra nel numero di «grandi potenze» non indifferenti al destino dell'intera umanità). Per questa ragione la Russia deve padroneggiare l'argomento del postmoderno, ma usandolo per le sue proprie finalità storiche , riformulando la propria missione storica nei termini del postmoderno (allo stesso modo in cui il periodo sovietico fu la formulazione della stessa missione nei termini dei Tempi Nuovi, del moderno). Questa nascente direzione culturale, dotata di una prospettiva colossale, viene convenzionalmente definita «postmoderno dell'Oriente» (o «postmoderno della diversità») in contrapposizione al «postmoderno dell'Occidente» (o «postmoderno universalistico»). Se il «postmoderno» dell'Occidente rappresenta in sé la «fine della storia» e la stravagante sovrapposizione di masse etiche prive di senso, internamente eterogenee, in assenza di un centro di valori, il «postmoderno dell'Oriente» rappresenta in sé il ritorno ad uno stile sintetico, integrale, ricreante ad un nuovo livello storico la pienezza propria delle società tradizionali. - nuova culturologia eurasista La nuova culturologia eurasista deve fondarsi sull'assimilazione concettuale e lo sviluppo delle fondamentali motivazioni del «postmoderno dell'Oriente», quale nuovo metodo sintetico di analisi culturale che riconosce il pari diritto e la pari dignità di culture inerenti ai vari settori temporali e geografici. La nuova culturologia eurasista rifiuta la divisione «razzista» e «suprematista» delle culture in «avanzate» e «arretrate», «progredite» ed «arcaiche», «civilizzate» e «non civilizzate». Ogni cultura deve essere valutata nel sistema di coordinate ad essa peculiare, non in un qualche modello esterno astratto che aspiri ad essere la verità in ultima istanza. Tale culturologia eurasista deve diventare l'antitesi del «razzismo culturale» velato praticato dall'atlantismo. - polilogo di culture come soggetti Nel sistema mondiale eurasista la fondamentale figura storica agente non è l'individuo, ma la comunità, l'ethnos, la cultura, la formazione sociale organica. Quindi, principio dell'interazione culturale fra le varie parti dell'Eurasia deve essere il complesso, dinamico ed aperto polilogo delle culture, agenti non in quanto formazioni incomplete, soggette ad un astratto miglioramento meccanico in base a schemi astratti, ma in quanto autorità di massima ed ultima istanza, costituenti nel loro intreccio il tessuto a più dimensioni del mondo vivente organico e multiforme. - rifiuto del livellamento culturale (ottundimento delle differenze culturali) La Russia deve diventare il polo centrale di un un'enorme rivoluzione culturale che rappresenti l'alternativa al livellamento culturale atlantista in un unico surrogato di stile, modellato sulla «American way of life». Il significato universale della missione culturale della Russia nel Progetto Eurasista consiste nel contributo allo sviluppo di un mondo differenziato, libero e culturalmente multipolare. In questo senso il progetto continentale dell'Eurasia acquista rilevanza mondiale, quale linea di partenza di una cultura globale alternativa al «nuovo ordine mondiale» e all'indiviso dominio dell'atlantismo. - ampio pluralismo conservatore La conservazione e lo sviluppo di una
pluralità culturale, sia nel quadro della Russia, sia su
scala più ampia – nel quadro dell'Eurasia e al limite
del mondo intero – è la specificità del Progetto
Eurasista, una sorta di pluralismo conservatore. Oggetto
di tale pluralismo culturale è la preservazione
(«conservazione») dei fermenti fondamentali delle
culture, la dovuta correlazione dello sviluppo dinamico
in cui è incarnata l'origine vitale della società, con i
profondi parametri fondamentali del suo nucleo
tradizionale. In questa relazione prioritaria alla
Tradizione consiste il carattere fondamentale del
«postmoderno dell'Oriente». Il nostro ideale di sistema sociale: la comunità socialmente orientata, l'ecologismo profondo - socialismo eurasista In contrasto con l'assolutizzazione del modello liberale, soggiacente a fondamento economico del «nuovo ordine mondiale», il Progetto Eurasista presuppone il riferimento ad un ampio spettro di modelli di sistemi ad orientamento sociale, a volte definiti complessivamente col nome di «socialismo» o di «comunità socialmente orientata». L'ambiente sociale è l'habitat naturale dell'uomo, e nei suoi caratteri fondamentali l'uomo è definito proprio in connessione ad una comunità definita. A differenza del marxismo dogmatico, tale comunità può essere intesa in modi molto diversi – sia come tipo culturale, sia come inconscio collettivo della comunità, sia come fede religiosa, sia come identità etnica, sia come formazione storico-sociale, sia come appartenenza di classe-professionale, ecc. Tutti questi caratteri sociali possono essere tenuti in conto in un modello comune riassuntivo che, provvisoriamente, è possibile chiamare «socialismo eurasista», libero da dogmatismi, creativo, aperto, comprensivo in sé tanto delle tradizionali forme di identificazione sociale, quanto delle nuove forme sociali che crescono nelle condizioni contemporanee. Il carattere sociale dell'eurasismo non esclude affatto i valori dell'individuo, ed a maggior ragione non rifiuta determinati elementi gestionali di mercato. Si tratta di un comune spirito, di un orientamento prioritario verso il sistema sociale, dove nelle aree economica, sociale, scientifica e politica sono incentivati i modelli fondati sul principio del soggetto sociale comune, e l'istanza principale fondamentale è il collettivo organico, di vecchio o nuovo tipo. - nuova coscienza ecologica La società eurasista deve essere costruita su di una profonda considerazione del fattore ecologico. Tipica dell'epoca moderna è la relazione con l'ambiente circostante come ad uno scenario passivo, privo di vita, che l'uomo attivo è libero di modellare a proprio arbitrio; tale relazione ha portato l'umanità sl limite della catastrofe globale. Tale approccio viene fatto proprio per inerzia anche dagli architetti del «nuovo ordine mondiale». La socialità eurasista deve essere fondata su motivi opposti: sulla prioritaria considerazione dell’ecologia profonda. Ciò significa una speciale relazione all’ambiente come ad una realtà viva, sostanziale, significante, nella quale all’uomo è assegnato un posto speciale ed affidata una speciale responsabilità per l’osservanza di un fine equilibrio fra le parti costituenti dell’insieme naturale. La società eurasista deve essere costruita sulla base di un’attenta riflessione sull’ambiente naturale, sull’armonia con esso, sull’accurato intervento sugli ecosistemi esistenti e sulla loro manipolazione estremamente delicata. La coscienza ecologica dovrebbe divenire il tipo di coscienza dominante. - nuova salvaguardia e «rivoluzione conservatrice» La società eurasista deve fondarsi sul principio
della salvaguardia, della conservazione. Ma ciò non in
riferimento alle istituzioni politiche – e specialmente
a quelle che portano su di sé il marchio del moderno –
bensì agli orientamenti culturali e psicologici
profondi, che stabiliscono l’identità di popoli, stati e
comunità. Ad attenta conservazione sono soggetti gli
assetti profondi essenziali della psicologia etnica,
agenti nei differenti periodi storici in forme
differenti, talvolta esteriormente opposte. Tale
profonda salvaguardia non contraddice affatto un’attiva
dinamica sociale, dato che il corso oggettivo della
storia richiede il costante adattamento degli elementi
identificativi essenziali al variare delle condizioni.
Il sistema stesso, con i suoi stimoli, esige creatività
sociale, ma il soggetto ultimo di tale creatività ,
mutando e trasformandosi, deve preservare il massimo di
identità. Tale combinazione fra principio di
salvaguardia (conservazione) e principio di creatività
(rivoluzione) è definita come «rivoluzione
conservatrice». Il nostro ideale di esistenza delle religioni eurasiatiche tradizionali (Ortodossia, Islam, Buddhismo, residui di antichi culti) - scoperta della missione ecumenica della Chiesa Ortodossa A livello religioso il Progetto Eurasista presuppone la conservazione e il «pubblico» sviluppo dello spirito della Tradizione, un rinnovato riferirsi alle fonti religiose dell’umanità. In tale «ritorno alle fonti» consiste la missione religiosa della Russia, intesa nel suo senso più ampio. La forma assiale della Tradizione nel Progetto Eurasista è la Chiesa Ortodossa, d’Oriente, quale depositaria dell’autentico spirito cristiano, preservatrice della dimensione universale della tradizione cristiana. La missione dell’Ortodossia non è strettamente etnica, limitata ad una data regione concreta o periodo storico. Questa missione è ecumenica. I Russi hanno tradizionalmente ben compreso il carattere messianico della loro Fede, consapevolmente o intuitivamente hanno seguito l’universale impulso alla comune affermazione della Salvezza, del Bene, del Giusto. Per la coscienza ortodossa il «nuovo ordine mondiale» si identifica con la «venuta dell’anticristo». Per tale motivo la contrapposizione ad esso, l’affermazione di un’alternativa globale religiosa, etica e di concezione del mondo, è un dovere non soltanto sociale, ma religiose dei cristiani. La finezza dell’identificazione escatologica del «nuovo ordine mondiale» con il «principe di questo mondo» fa dell'Ortodossia una realtà assiale della resistenza religiosa globale su scala mondiale, giacché in altre religioni tradizionali l'aspetto escatologico non è espresso in maniera altrettanto chiara ed accentuata. L'Ortodossia diviene polo geopolitico religioso del Progetto Eurasista. Ma attribuire tale posto centrale non significa in nessun caso sminuire il valore delle altre confessioni tradizionali eurasiatiche. - unione delle religioni tradizionali Le confessioni eurasiatiche, varie dal punto di vista dogmatico ed irriducibili ad uno schema comune, possiedono un insieme di tratti che le avvicinano. Ciò riguarda non tanto il lato dogmatico, quanto il tipo psicologico della religiosità orientale – più contemplativo che attivo, più paradossale che razionalistico, più legato all'aspetto eterno delle cose che ai processi storici. Questi tratti psicologici comuni offrono le basi per un'unione delle confessioni tradizionali eurasiatiche, senza con questo mescolare i princìpi di fede o missionariamente imporre ad altri tesi dottrinali inaccettabili. L'unione delle religioni tradizionali dell'Eurasia deve rappresentare un accordo geopolitico e culturale fondato sull'osservanza dei diritti sovrani di libertà confessionale di ogni popolo e di ogni uomo. - Cristianesimo, Islam, Buddhismo, Induismo, Taoismo, culti arcaici In Eurasia dominano il Cristianesimo
(Ortodosso), l'Islam, il Buddhismo, l'Induismo, il
Confucianesimo, il Taoismo ed alcuni culti arcaici
locali. L'unione eurasista delle religioni deve fondarsi
su Il nostro ideale di relazioni interetniche in Russia-Eurasia - necessità di una speciale politica di preservazione delle etnie, quale supremo valore della storia I popoli, le etnie rappresentano il supremo valore e soggetto della storia umana. Essi vivono in accordo con i cicli organici naturali, con le ondate di mutazione, ecc. In dati momenti della loro storia le etnie possono mescolarsi, in altri preservare rigidamente le loro caratteristiche. Si tratta di un processo estremamente delicato, e qualsiasi interferenza in esso – fusione artificiale, isolamento artificiale, reinsediamento pianificato di popoli, ecc. – conduce a colossali irrimediabili catastrofi. Per questo il proposto modello mondialista di universale mescolanza di popoli e razze è tanto pericoloso, quanto lo è la screditata teoria nazionalista della «purezza della razza». In entrambi i casi tali rozzi progetti conducono all'etnocidio. L'atteggiamento eurasista verso le etnie è di salvaguardia, promana dal principio della necessaria protezione di ciascun gruppo etnico dalla prospettiva della scomparsa storica. Questo sia in rapporto alle grandi etnie, sia in rapporto a popolazioni di poche centinaia di rappresentanti. In ogni caso le etnie sono oggetto di protezione nei confronti sia dei dogmatici della mescolanza universale, sia delle aggressioni xenofobe dei nazionalisti. L'Eurasismo come modello presuppone l'affermazione delle differenze etniche, ma esclude per ciò stesso la fobia, l'ostilità verso la mescolanza. In un dato momento ed in una data situazione la mescolanza etnica è inevitabile e positiva (i grandi-russi sono assurti al livello di nazione per via della mescolanza degli slavi con i turchi e gli ugri). Ma i suoi parametri e la sua dimensione devono essere definiti naturalmente ed organicamente, con la massima delicatezza. - differenzialismo creativo e demografia Il pluralismo etnico eurasista deve essere creativo. Nell'ambito della questione demografica devono essere realizzati progetti orientati alla conservazione di un equilibrio demografico positivo o nullo, così da prevenire la scomparsa di etnie. La comune responsabilità verso il destino continentale dell'Eurasia da parte dei rappresentanti delle varie élite etniche, religiose, statali e sociali deve mostrarsi in accordi flessibili concernenti le politiche etniche e demografiche, tenendo in considerazione tutti i fattori tradizionalmente influenti in ciascuna concreta regione e all'interno di ciascuna concreta etnie. Il fine è lo sforzo comune nella conservazione di quell'equilibrio etnico in Russia e, più in generale, nel potenziale blocco eurasista, che è esistito fino al giorno d'oggi, con correzioni straordinarie di quelle tendenze catastrofiche che minacciano di degenerazione e scomparsa i singoli popoli (in particolare il popolo russo, assiale per l'intera costruzione eurasista). - relazione duale verso i processi di mescolanza etnica; apertura a livello di élite, limitazione a livello di massa Il modello flessibile di differenzialismo eurasista
nei suoi termini più generali può strutturarsi secondo
il seguente principio: atteggiamento tollerante verso la
mescolanza etnica a livello di élite, cauto a livello di
massa. Che dunque la scelta nei casi individuali rimanga
aperta secondo il diritto e la libertà di ogni singolo
cittadino. Proprio tale atteggiamento è stato
caratteristico dell'approccio alla questione etnica
nelle società tradizionali, che sotto molti aspetti
hanno formato i modelli sociali di condotta anche dei
popoli moderni. Tale modello è organico e naturale.
Oltre a questo, esso contribuirà all'universalismo ed
all'ampiezza culturale di vedute dell'élite dirigente
dell'Eurasia, capace di abbracciare la varietà culturale
ed etnica; ma al tempo stesso contribuirà alla
conservazione della creatività vitale dei centri etnici,
preservando le invarianti delle loro identità
tradizionali e formando nuovi quadri per l'élite
pan-eurasista. Il nostro ideale di strategia di civiltà della Russia - le priorità civilizzatrici devono essere poste al di sopra di quelle nazionali, statali, confessionali Il Progetto Eurasista per la Russia comporta che i criteri geopolitici e di civiltà vengano posti al di sopra di tutti gli altri. All'ingresso nel XXI secolo, la Russia entra in una fase decisiva dell'opposizione fra civiltà, della quale si definirà una volta per tutte l’esito: vincerà definitivamente ed irrevocabilmente il modello atlantista di sistema mondiale, con tutto l’aggregato di angoscianti tendenze religiose, culturali, economiche e politiche che esso reca con sé? Ovvero l’Eurasia riuscirà ad affermare su scala planetaria un’alternativa globale, avendo dimostrato la propria giustezza storica, avendo giustificato la sua predestinazione eurasista, grande-continentale? Per questa ragione il fine supremo, il compito supremo della stessa esistenza storica della Russia acquisisce una forma netta e si riduce all’esecuzione di una MISSIONE GEOPOLITICA chiaramente formulata. Il metro geopolitico e di civiltà dovrebbe essere l’unità di misura ed il criterio per tutte le restanti sfere di sviluppo della Russia – economica, sociale, politica, ecc. Se sarà possibile nel prossimo futuro tenere fede a questa missione, porre le basi dell’alternativa eurasista globale al «nuovo ordine mondiale», tutti i restanti livelli passo dopo passo si potranno sviluppare, normalizzare e ordinare in condizioni ottimali. Ma nelle prime fasi tutto dovrà essere subordinato al centralissimo compito geopolitico. Da ciò consegue - e se ne deve tenere conto - che perfino uno sviluppo abbastanza efficiente del settore economico, sociale, culturale o politico della Russia, qualora avvenga separatamente dalla realizzazione del principale Progetto geopolitico e di civiltà (o a detrimento di questo), nel medio e lungo periodo non recherà alcun risultato positivo e non farà che allontanare per poco la catastrofe finale, che inevitabilmente verrà alla Russia dall’instaurazione del «nuovo ordine mondiale». - struttura delle Forze Armate eurasiste Il Progetto Eurasista potrà essere realizzato esclusivamente nel caso in cui la Russia saprà conservare e consolidare il proprio potenziale nucleare e strategico, compiendo una serie di passi decisivi nell’elaborazione e introduzione di armamenti di nuova generazione. Realizzare l’alternativa eurasista per via evolutiva, senza coinvolgere l’umanità in una dittatura planetaria, in una catastrofe ecologica e in una guerra civile totale su scala mondiale, questo è possibile solo nella misura in cui il potenziale bellico dei paesi della NATO e della Russia (inclusi i suoi alleati militari: Bielorussia, ecc.) resta in sostanziale equilibrio, e la minaccia dell’impiego di armi di tipo strategico contro i paesi NATO riesce a contenere efficacemente i piani neocoloniali dell’atlantismo. Armamento nucleare, sistema russo di difesa antimissile, recentissime ricerche tecnologiche del complesso militare-industriale russo: ecco i principali presupposti della possibilità di adempimento della missione storica della Russia. In virtù di tale circostanza, compiti principali della Russia saranno il rafforzamento del settore strategico delle Forze Armate, l’attivazione delle ricerche nel settore degli armamenti ad alta tecnologia di nuovo tipo, il mantenimento della prontezza al combattimento delle Forze Armate, il rafforzamento della loro struttura, la modernizzazione dei sistemi di controllo ecc. L’Esercito russo e il complesso militare-industriale russo, la loro riforma strutturale, attivo consolidamento e sviluppo devono essere le massime priorità della politica eurasista. Il destino della Russia, dell’Eurasia, in quanto civiltà, dipende direttamente dalla qualità delle Forze Armate. - patti militari La rilevanza assiale delle Forze Armate
russe (e specialmente del loro settore strategico) deve
comportare la creazione di una serie di patti militari,
richiesti per garantire la saldatura del blocco
eurasista lungo i confini strategicamente rilevanti. Il
principale di tali patti è l’alleanza militare
russo-iraniana, che per la prima volta nella storia
potrebbe aprire alla Russia l’accesso ai «mari caldi» e
consentirebbe la disposizione di armamenti strategici
russi sulle coste meridionali dell’Eurasia. Dato che
l’Iran è strategicamente orientato contro il domino
dell’Occidente ed è guidato nella sua politica estera da
priorità eurasiste, i presupposti oggettivi per tale
patto militare sono presenti. In una prospettiva di
medio periodo proprio l’asse militare Mosca-Teheran è in
grado di organizzare uno spazio strategico di forza
contrapposto all’Occidente nel Vicino Oriente, nel
Caucaso ed in Asia Centrale. - comunità di servizi informativi eurasisti di «tipo nuovo» Per l’efficace conduzione di una
politica eurasista la Russia necessita di una profonda
riforma dei sistemi militari di intelligence e
particolarmente dei servizi di informazione e
controinformazione. E’ necessario istituire una
struttura informativa di nuovo tipo, analoga ai servizi
informativi geopolitici dell’atlantismo, che agisca
anche a livello sovrastatale e sovranazionale, guidata
non soltanto dagli interessi della Russia, ma dalle
priorità geopolitiche e di civiltà della creazione di un
ampio Blocco Eurasista. Direttrici di riferimento di
tali servizi segreti geopolitici devono diventare:
- manipolazione dei processi caotici La probabilità del verificarsi in futuro di processi
caotici su scala mondiale, legati a catastrofi sociali,
ecologiche, tecniche e psicologiche, viene valutata
dagli esperti atlantisti come uno spettro di «nuove
sfide» al dominio americano e alla stabilità del «nuovo
ordine mondiale». Il fattore caotico, in questo modo,
diventa un importante strumento per la conduzione della
strategia eurasista. La manipolazione artificiale di
questo fattore, ed il suo impiego controllato e limitato
a fini strategici rappresenta una importante direttrice
di elaborazione strategica del Progetto Eurasista nella
sua componente cratopolitica (di forza). Il nostro ideale di funzionamento dei mezzi di informazione di massa: i mass-media eurasisti - mass-media controllati dall'Eurasia Il fattore di influenza dei mezzi di
informazione di massa nella realtà contemporanea è
talmente noto che questo campo diviene un
importantissimo fattore strategico. Per questo motivo il
Progetto Eurasista in larga misura dipende dal controllo
del centro strategico eurasista sul sistema dei
mass-media russi e dei mass-media degli altri potenziali
partecipanti al Blocco Eurasista, ed anche dall'efficace
propagazione della linea eurasista nello spazio
informativo generale. Nelle condizioni del «nuovo ordine
mondiale» proprio la mediocrazia svolge il ruolo
centrale nella programmazione sociale della popolazione
terrestre per l'introduzione dell'assetto
civilizzazionale costituente del mondialismo. La
mondializzazione dei mass-media precede quindi
l'instaurazione del «nuovo ordine mondiale» a livello
politico, preparandola. - vantaggi dei mass-media interattivi di nuova generazione Lo sviluppo dei sistemi di informazione determinerà in breve tempo l'universale diffusione di strumenti di comunicazione interattiva, quali la rete Internet. Negli ambienti interattivi all'utente è data una libertà di scelta fra fonti di informazione incomparabilmente più ampia che nel caso dei mass-media tradizionali. Lo sviluppo tecnologico dei sistemi interattivi fa sì che il ricettore dell'informazione gradualmente si avvicini al potenziale tecnico del suo creatore e diffusore, cosa che era esclusa dalle condizioni di funzionamento dei mass-media tradizionali. Il Progetto Eurasista deve favorire questa tendenza tecnologica, ed insieme con un efficiente usi dei mass-media tradizionali è chiaramente necessario sviluppare una rete eurasista di informazione interattiva, preparazione della piattaforma logistica per la creazione della «Eurasia virtuale» – sistema di mass-media interattivi stabilmente portatore di un'introduzione informativo-analitica, psicologica e culturale ai princìpi della coscienza eurasista, alternativa in rapporto al cliché del «nuovo ordine mondiale». - tre stadi di sviluppo dei mass-media eurasisti A livello di strategia generale dei
mass-media eurasisti vanno delineati tre stadi, che
possono essere realizzati parallelamente Il nostro ideale di sistema giuridico: il «diritto dei popoli» - transizione al concetto di «diritto dei popoli» Il Progetto Eurasista richiede una revisione su vasta scala delle categorie giuridiche dominanti nel mondo occidentale, a prima di tutto del concetto di «diritti umani», assiale per la civilizzazione atlantista. La teoria giuridica dei «diritti umani» quale base del diritto universale è la tappa conclusiva dell'affermazione della filosofia dell'individualismo in Occidente. Il concetto di «diritti umani» è inseparabile dalle restanti tendenze fondamentali del «nuovo ordine mondiale» e ne è la sua espressione giuridica. L'alternativa eurasista assume a fondamento un concetto giuridico completamente diverso – il concetto di «diritto dei popoli» o di «diritto delle comunità». Il concetto di «popolo» deve essere assunto come categoria giuridica fondamentale, quale principale soggetto del diritto internazionale e civile. In tale modello sorge uno schema completamente nuovo di mutue relazioni giuridiche fra il cittadino e la suprema autorità legislativa, tradizionalmente legata allo Stato ma – nelle condizioni del «nuovo ordine mondiale» - gradualmente spodestata dall'istanza del «governo mondiale». Al centro del diritto eurasista è il popoli, quale soggetto giuridico fondamentale. Il cittadino, l'individuo è giuridicamente responsabile di fronte al suo popolo ed al regime legittimo di questo, storicamente formatosi in base a molteplici fattori – religiosi, etnici, culturali ecc. L'appartenenza etnica, religiosa e culturale pone il cittadino in questo o quel differente contesto giuridico. Gli stessi popoli nella persona delle loro istanze elitarie plenipotenziarie (definite esse stesse secondo metodi differenti, sulla base della tradizione) sono giuridicamente responsabili nei confronti del governo supremo del blocco geopolitico – dell'organo supremo della federazione eurasista. In questo modo, il modello giuridico eurasista rappresenta la combinazione fra diritto federativo, dove il soggetto di diritto pieno della federazione eurasista è il «popolo», e «diritto strategico», che regola le relazioni reciproche fra i soggetti della federazione, da una parte, e fra ciascuno di essi e l'autorità centrale, dall'altra. - giurisprudenza «discriminante» Il modello giuridico eurasista si fonda sull'approccio differenziato al codice di diritto civile e criminale, in dipendenza del contesto nazionale o regionale. Speciale attenzione è attribuita al recupero dei fondamenti dei modelli giuridici religiosi, che avvicinano normativa confessionale, sociale e morale e attribuiscono al campo legislativo carattere confessionale ed etico. Le variazioni di istituzioni giuridiche nei vari contesti etnici culturali e confessionali possono essere le più ampie e multiformi. Solo una minima parte degli articoli dei documenti giuridici tocca il livello strategico. Primo imperativo categorico di ciascun cittadino – indipendente dalla appartenenza confessionale ed etnica – è mantenere la propria lealtà verso lo Stato eurasista. - sistema geo-giuridico, codici speciali per gli agglomerati pluriconfessionali e le megalopoli Oltre al condizionamento della multiformità etnica e confessionale sui sistemi legali, variazioni giuridiche possono presentarsi anche nella legislazione delle singole unità amministrative, in conformità ai tratti regionali. Oltre a ciò gli agglomerati complessi e le megalopoli multietniche e pluriconfessionali, ed anche i settori con caratteristiche socio-professionali particolari, possono possedere nei propri codici legali differenze significative, riflesso di specificità concrete. - sistema eco-giuridico I fattori ecologici devono ricevere un posto
di rilievo nel diritto eurasista, consolidando per via
legislativa le norme di approccio ecologico all’ambiente
circostante. Gennaio 2001
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